tag:blogger.com,1999:blog-14309668224882823062023-11-16T07:26:37.980+01:00Mamma Che Paura!Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.comBlogger196125tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-14465261294515443592016-10-03T16:29:00.000+02:002016-10-03T16:29:18.246+02:00tra meno di due giorniIo, tra meno di due giorni, metterò al mondo un altro essere umano, una bambina.<br />
<br />
Tra meno di due giorni, ricomincerò daccapo tutto: dolori post parto, allattamento, pannolini da cambiare, notti insonni, fatica, paura, inquietudine.<br />
<br />
Tra meno di due giorni, sarà tutto nuovo, diverso da come lo era prima e l'unica cosa che spero è di fare del mio meglio. Di essere il mio meglio.<br />
<br />
Per la piccola, per Cookie, per mio marito.<br />
<br />
In questi mesi ho ascoltato tanti punti di vista, spesso non richiesti, sempre non necessari.<br />
<br />
Ecco. Io voglio rassicurare i più che so bene cosa sto facendo. Che so bene che sarà dura. Ma so anche che ne varrà la pena. Di tutte le cose che ho fatto nella mia vita, mio figlio, mio marito, la mia famiglia sono senza dubbio la più bella avventura della mia vita.<br />
<br />
Io che sono un'impaziente, che non mi godo nulla dei miei piccoli successi, perché troppo focalizzata sullo step successivo, che ho una vita professionale ingombrante, che sono sempre troppo di corsa.<br />
<br />
Io trovo pausa e godimento nel sorriso di mio figlio, nelle nostre coccole, alla sera davanti ad un film con mio marito.<br />
<br />
Quindi sì, ricomincio. Investo nella mia famiglia.<br />
<br />
E non vedo l'ora di conoscerti piccola mia. Anche se un po' ti conosco già...Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-36322719546896033982016-02-15T14:06:00.000+01:002016-02-15T14:06:05.219+01:00quella patinaRiflettevo ieri, guardando un foto di 2 anni e mezzo fa, che ci sono dei precisi istanti nella vita in cui ti rendi conto che sei invecchiata.<br />
<br />
Io ho un ricordo chiaro di quel momento. Il mio Lui si era appena rimesso, era durante il giorno. Mi sono guardata allo specchio e ho detto: "cavolo, ho il viso invecchiato"<br />
<br />
La verità è che non ero solo invecchiata, ero drammaticamente cambiata. E nel cambiare avevo perso alcuni pezzi di me che pensavo di dover necessariamente abbandonare per poter passare a quella che ritenevo fosse la fase successiva della mia vita.<br />
<br />
Quella da persona adulta, che di tempo per giocare non ce ne è più, che "sì bello il cazzeggio", ma solo se c'è un solido tetto sulle spalle, un lavoro ben pagato e i soldi necessari, perché se ti affidi al caso con troppa leggerezza, il caso poi ti ritorna indietro.<br />
<br />
In testa mia pensavo di mettere da parte alcuni pezzi per ridargli spazio più in là. Ecco, non fatelo mai. Se pensate che ci sono cose nella vita di cui non potete fare a meno perché vi danno aria, vi regalano libertà, vi fanno sentire leggeri, NON rinunciateci. Non rinunciateci per due semplici ragioni: qualcos' altro prenderà il loro posto e diventerete maestri nella procrastinazione.<br />
<br />
E da qui la mia teoria della "patina". Se si restringe il proprio campo d'azione ad alcune cose nella vita, abbandonandone altre sotto la scusa "che ricomincio quando voglio", piano piano ci ricopriamo di una patina, una patina infelice. E non importa quanto bene fai quelle su cui sei focalizzato, ad un certo punto quella patina si prende anche quelle.<br />
<br />
Come mai? Ci ho pensato un po'. Francamente non ho mai visto nessuno crescere in maniera sana, vivendo dentro casa. E voi?<br />
<br />
Ecco lo stesso vale per la nostra personalità. Se ci concentriamo su due o tre cose, tipo lavoro-casa-bimbo-lavoro-casa-bimbo, alla fine ci manca l'ossigeno necessario per fare bene quelle tre cose. Peggio, non vediamo mai come farle in modo migliore. E lì la patina.<br />
<br />
Io ho deciso che questa patina voglio scrollarmela di dosso.<br />
Voglio fare pace con quello che stato, e assicurarmi che sia finito qui tutto quello che posso togliermi.<br />
<br />
Come?<br />
<br />
Ecco la mia sfida. Visto che la prima cosa che voglio fare è riappropriarmi di questo spazio, scriverò qui, ogni lunedì, cosa ho fatto nel corso della settimana precedente per ripulirmi della mia patina.<br />
<br />
Con l'idea tra 6 mesi di vedere allo specchio una persona migliore (o ringiovanita... chissà).<br />
<br />
<br />Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-36016355166749014732015-07-07T15:43:00.001+02:002015-07-07T17:01:31.213+02:00il giorno che l'ho incontrata, la flessibilitàIn tempi non sospetti e mentre mi accingevo a tornare dalla maternità in quella conosciuta ai più come la "schiavitù moderna" (aka il modo in cui si è costretti a lavorare tipico di questa generazione), <a href="http://mammachepaura.blogspot.com/2012/09/part-time-o-just-time.html">scrivevo di lei</a>, la flessibilità.<br />
<br />
Ecco, io un anno e mezzo fa, l'ho incontrata e credo di aver segnato il punto di non ritorno.<br />
<br />
Frenate i malpensieri del "quindi non lavori più, fai un po' come ti pare".<br />
<br />
Perché il paradosso è che io lavoro sempre tanto. Come mi ha detto una cara amica "stai tranquilla che tu pure in lavoro dove la pigrizia è tollerata saresti quella che lavora per tutti".<br />
<br />
Ma lavoro meglio, perché vivo al netto dello stress che ruota intorno al semplice svolgimento delle proprie mansioni. Ve ne elenco alcune e accanto la soluzione che ti offre una semplice parola "Flessibilità".<br />
<br />
# Obbligo di arrivare a lavoro entro un determinato orario (con ansia da traffico, accompagna i bimbi a scuola, ecc..): immaginate di non avere nessun obbligo di arrivare in tempo, ma anzi di poter aspettare che il traffico dimunuisca. Immaginate di poter scegliere di non andare proprio in ufficio e di lavorare da casa.<br />
<br />
#Obbligo di lavorare nell'ufficio della vostra città: e se si potesse lavorare in qualunque ufficio della vostra società anche solo perché vi trovate lì per motivi personali?<br />
<br />
#Obbligo di chiedere il permesso per visite mediche, impegni con i bimbi, etc. Pensate se poteste semplicemente bloccarvi l'agenda per le ore necessarie e continuare a lavorare prima o dopo. Senza dover rendere conto a nessuno di dove siete.<br />
<br />
#La presenza sul luogo di lavoro come metro di giudizio: perché non i risultati ottenuti come unico criterio di valutazione?<br />
<br />
Oggi questa è la mia flessibilità. Ovviamente richiede un forte senso di responsabilità e la disponibilità ad essere altreattando flessibile specialmente nei periodi in cui il lavoro ha molti picchi.<br />
<br />
Come tutte le innovazioni è imperfetta, ma mi sostiene e mi aiuta nella gestione della vita di tutti i giorni, levandomi un bel po' di stress.<br />
<br />
Proprio come la immaginavo 3 anni fa: "<span style="background-color: white; font-family: 'Sorts Mill Goudy'; font-size: 15.3999996185303px; line-height: 21.5599994659424px; text-align: justify;"><i>Francamente mettere questa parolina nel mio lavoro mi consentirebbe di essere molto più serena nella vita familiare. E magari, perché no, mi consentirebbe di insegnare a mio figlio che una donna può essere madre senza rinunciare al proprio lavoro, alle proprie passioni, in modo tale che lui, un giorno lavoratore e padre, passerà lo stesso messaggio alle sue colleghe e a sua moglie</i>. </span>"<br />
<br />
Se pensassi di cambiare lavoro, credo che l'offerta della flessibilità sarebbe un punto essenziale senza il quale un tale passo oggi come oggi non avrebbe senso.<br />
Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-37396400046356471032015-07-03T15:11:00.003+02:002015-07-03T15:11:54.751+02:00Eroi contemporanei 1<br />
<span style="color: #333333; font-family: georgia, times new roman, times, serif;"><span style="background-color: white; line-height: 23px;">Visto che ho versato lacrime di commozione per questo video, perché non condividerlo con voi. </span></span><span style="color: #333333; font-family: georgia, 'times new roman', times, serif;">xx buon week-end</span><br />
<span style="color: #333333; font-family: georgia, times new roman, times, serif;"><span style="background-color: white; line-height: 23px;"><br /></span></span>
<span style="color: #333333; font-family: georgia, times new roman, times, serif;"><span style="background-color: white; line-height: 23px;">RIP Sir Winton - <a href="http://www.nytimes.com/2015/07/02/world/europe/nicholas-winton-is-dead-at-106-saved-children-from-the-holocaust.html?_r=0">Rescuer of 669 Children From Holocaust</a></span></span><br />
<span style="color: #333333; font-family: georgia, times new roman, times, serif;"><br /></span>
<br />
<span style="color: #333333; font-family: georgia, times new roman, times, serif;"><br /></span>
<span style="color: #333333; font-family: georgia, times new roman, times, serif;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" class="YOUTUBE-iframe-video" data-thumbnail-src="https://i.ytimg.com/vi/6_nFuJAF5F0/0.jpg" frameborder="0" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/6_nFuJAF5F0?feature=player_embedded" width="320"></iframe></div>
<h1 class="story-heading" id="story-heading" itemprop="headline" style="background-color: white; font-family: nyt-cheltenham, georgia, 'times new roman', times, serif; font-size: 2.125rem; font-style: italic; line-height: 2.375rem; margin: 0px 0px 10px;">
<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: georgia, 'times new roman', times, serif; font-size: 16px; font-weight: normal; line-height: 23px;"><br /></span></h1>
<h1 class="story-heading" id="story-heading" itemprop="headline" style="background-color: white; font-family: nyt-cheltenham, georgia, 'times new roman', times, serif; font-size: 2.125rem; font-style: italic; line-height: 2.375rem; margin: 0px 0px 10px;">
<span style="background-color: white; color: #333333; font-family: georgia, 'times new roman', times, serif; font-size: 16px; font-weight: normal; line-height: 23px;">"</span><i style="color: #333333; font-family: georgia, 'times new roman', times, serif; font-size: 16px; font-weight: normal; line-height: 23px;">Why did I do it? Why do people do different things? Some people revel in taking risks, and some go through life taking no risks at all</i><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: georgia, 'times new roman', times, serif; font-size: 16px; font-weight: normal; line-height: 23px;">"</span></h1>
Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-66545562305822990212015-07-02T09:55:00.000+02:002015-07-02T09:55:48.921+02:00di verifiche ed ispirazioniMi rendo conto che nella vita di ogni giorno sono spesso persa. Persa in mille piccoli affanni. Accompagnare mio figlio a scuola, essere a lavoro in tempo, smettere di lavorare ad un orario decente per passare del tempo con le mie grandi passioni, gli amori della mia vita: mio figlio e mio marito.<br />
<br />
Mi rendo anche conto, quando mi fermo un secondo, che nella vita di ogni giorno manco di una visione d'insieme. Dove mi sta portando tutto questo? Cosa voglio fare di me stessa? Ho quello che voglio veramente? Se finisse domani, ho fatto della mia vita il mio personale capolavoro?<br />
<br />
Quando penso ai miei affetti, la risposta è sì, ma con margini di miglioramento.<br />
<br />
Quando invece penso a me, come individuo, non ne sono tanto convinta.<br />
<br />
Non prendete quello che ho appena detto come una nota negativa sulla mia esistenza. Tutt'altro. Questi momenti di verifica con me stessa sono sempre positivi. Mi tengono ancorata alla profonda convinzione che posso fare di più.<br />
<br />
Mi hanno spinto negli anni a fare tanto, a vagare molto, a cercare di meglio.<br />
A rimanere con gli occhi aperti, a trovare ispirazione nelle vite che mi circondano.<br />
<br />
Ieri, ad esempio, sono rimasta a bocca aperta davanti a questa immagine.<br />
<br />
<img alt="Il bambino studia alla luce del lampione, foto simbolo della lotta per un sogno" src="http://www.repstatic.it/content/nazionale/img/2015/07/01/111556022-8ae338d8-0357-482a-80f9-78f2348d232c.jpg" /><br />
<br />
Sicuramente da quando ho un figlio immagini di bimbi come il piccolo Daniel, mi entrano nell'anima dalla corsia preferenziale, ma non è solo questo.<br />
<br />
Per quelli di noi che sono convinti che dobbiamo pretendere di più da noi stessi, che in momenti duri, i sogni e i nostri obiettivi sono la nostra salvezza, questa foto ci identifica e ci ricorda che è ancora così. Non occorre essere bimbi per sognare o per porsi degli obiettivi. Occorre semplicemente farlo, e crederci duramente anche quando non abbiamo che una luce di un lampione per farli brillare.<br />
<br />
Io non so se arriverò mai ad un punto della mia vita in cui la verifica con me stessa risulterà in un bel 10 e lode. Ma voglio pensare che se non succederà, è perché posso fare ancora di più, o posso aiutare qualcun altro, come mio figlio, a fare di più, ad essere una versione migliore di se stessi.Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-33013307738337515022015-05-27T23:32:00.001+02:002015-05-27T23:32:34.711+02:00Working MomEcco, la vita di una mamma, che lavora in Paese straniero con un figlio 3enne e un marito altrettanto impegnato, a volte è anche questa: una giornata del cavolo.<br />
<br />
ore 6:30 - sveglia! "Come mai così presto?" "Mah, mi telefonano per lavoro" "Lo sai che alle 8.15 abbiamo un appuntamento con la maestra, vero?" "sì, ce la faremo, siamo qui dietro"<br />
<br />
ore 7- telefonata<br />
<br />
ore 8 - telefonata termina con un mio "scusate ma devo proprio andare, è una cosa molto urgente"<br />
<br />
ore 8:15 - dopo doccia e trucco-parrucco-vestizione, sono pronta. Cookie quasi. Lui no, perché ha pensato a Cookie.<br />
<br />
ore 8:25 - arriviamo a scuola e la maestra ci dice che siamo in ritardo, non può più, rimanderemo. "Ma dobbiamo parlare del bimbo assolutamente". Ovviamente, se prima avevo qualche senso di colpa, ora sono completamente devastata. Che cosa ha mio figlio?!<br />
<br />
ore 8:40 - mi rendo conto di avere le chiavi di casa di Lui. Corsa rapida in ufficio da Lui a portargliele per poi andare in ufficio. E restarci fino alle 19. Perché quella telefonata delle 7 del mattino si è conclusa solo alle 19 di sera.<br />
<br />
ore 20.30 - dopo 30 min di traffico e 40 per cercare parcheggio sotto casa e 10 per arrivare a casa dal parcheggio, sono finalmente a casa.<br />
<br />
ore 21:30 - Cookie che piange a dirotto perché non gli piace la sua nuova stanza e la vuole mettere via. In realtà, non ha alcuna voglia di dormire.<br />
<br />
Io, invece, vorrei mettermi a piangere.<br />
<br />
ore 22:40 - scrivo una mail come rappresentante di classe a tutti i genitori per informarli di alcuni cambiamenti.<br />
<br />
ore 23:45 - scrivo questo post, perché qualcuno un giorno mi ha detto che sentimenti mesti vanno veicolati in qualcosa. Io li metto qui, sia mai che qualcuno abbia voglia di sforgarsi un po' con me.<br />
<br />
Buona notte da quella che oggi si sente una madre terribile, una lavoratrice inutile e sfigata, una donna un'atticchia triste.Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-82699783103173472462015-03-27T15:08:00.001+01:002015-03-27T15:08:45.863+01:00cose che cambianoNell'ultimo periodo mi sono sentita molto sotto pressione e al contempo incapace di farvi fronte.<br />
<br />
Non è la prima volta che mi capita, e probabilmente non sarà di certo l'ultima.<br />
<br />
Ma questa volta ho deciso di fermarmi a pensare se veramente dovevo solo aspettare che passasse o potevo farci qualcosa.<br />
<br />
Ecco questa volta, rispetto ad altre ho deciso che di fare un passo indietro e di guardare dal di fuori la situazione, analizzarla, trarre delle conclusioni e trovare un modo per viverla diversamente.<br />
<br />
Visto che come al solito non penso di essere la sola a sentirmi così, ho pensato di riassumerle.<br />
<br />
Fatemi sapere che ne pensate.<br />
<br />
<b>#1 Il più delle volte io sono l'artefice</b><br />
Eh, è vero. Io sono bravissima a farmi dei problemi. Quando non ci sono penso a quali possono esserci. E visto che se cerchi alla fine trovi, ecco alcuni esempi: Cookie ha gli incubi, sicuramente c'è qualcosa che non va a scuola ed è colpa mia che non riesco a capirlo; avrei dovuto rispondere a quella email del lavoro, ecco la mia capa ora chissà che pensa.<br />
Le verità è che se guardo bene, io faccio davvero tutto quello che posso. E sono una persona e una mamma presente. Posso sempre migliorare, ma per farlo devo preoccuparmi meno e concentrarrmi su come posso davvero cambiare.<br />
<br />
<b># 2 Le priorità non sono quelle degli altri</b><br />
Sono veramente brava a farmi coinvolgere dai bisogni degli altri, tanto da subirli. Le priorità degli altri sul lavoro, le priorità degli "ometti" a casa, le priorità dei miei amici. Cerco sempre di fare tutti contenti. Ma ci deve essere assolutamente qualcosa che non va se poi alla fine sono la sola scontenta.<br />
L'assoluta verità è che se non prendo il comando, tenendo in considerazione le mie priorità, non sarò mai abbastanza soddisfatta, contenta, appagata.<br />
<br />
<b>#3 l'egoismo non sempre è una cosa negativa</b><br />
Ho detto tante volte che nell'ultimo anno ho tralasciato alcune mie necessità in favore della mia famiglia e di un'occasione lavorativa. Anche se lo ritenevo giusto in quel momento, ecco, lucidamente oggi mi consiglio di non farlo. Nulla è più importante della serenità personale. E nessuno me la può regalare.<br />
Mettermi conitnuamente sotto pressione, caricarmi di un peso più grande di quello richiesto, non mi ha reso più forte, più in gamba. Anzi mi ha indebolita e mi ha tolto quello che ritentevo importante per me, per nutrire i miei interessi.<br />
Talvolta essere un po' egoisti nei confronti dei propri bisogni, è esattemente quello che ci ricarica per affrontare meglio il carico giornaliero. Come vi siete sentiti l'ultima volta che avete appena finito di fare qualcosa per voi?<br />
Ecco, io vorrei sentirmi così più spesso.<br />
<br />
<b>#4 La prospettiva aiuta</b><br />
Tante preoccupazioni, ma davvero sono così importanti???<br />
Ultimamente mi sono data dell'idiota da sola. Cioè una persona affronta dei momenti duri e poi si preoccupa per delle cavolate? mi sono chiesta: non imparo proprio mai la lezione?<br />
La verità è che si impara, ma non sempre siamo presenti a noi stessi per ricordarcelo. Io ho voglia di ricordarmelo più spesso, e di ricordarmi anche che essendo presente a me stessa ho la lucidità necessaria per mettere tutto nella giusta prospettiva ed essere veramente efficace nel modo in cui devo gestire la mia vita.<br />
<br />Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-32466376484643313862015-02-23T17:51:00.003+01:002015-02-23T17:51:51.997+01:00festa a 3 anni?tra un mese Cookie compirà tre anni. TRE, come passa il tempo e...tutte le altre riflessioni retoriche.<br />
<br />
Io in realtà sono tediata da un solo pensiero: gli faccio la festa con tutti gli amichetti della scuola???<br />
<br />
E voi direte "e che è un problema una festicciola???"<br />
<br />
Beh, generalmente no, ma in questo caso ci sono una serie di circostanze aggravanti di cui tener conto. Lasciate che ve le spieghi.<br />
<br />
La casa in cui abitiamo ora non ha un salone abbastanza grande per porter ospitare 15 bimbi e relativi genitori. Inoltre, a fine mese saremi presi con il trasloco nella nuova casa, quindi il pensiero di fare una cosa casalinga è del tutto fuori discussione.<br />
<br />
Pioi, organizzare una festa al parco di fine marzo a Bruxelles ha meno possibilità di riuscita di chi vuole vincere la lotteria senza aver comprato alcun biglietto.<br />
<br />
In mancanza di una soluzione semplice, mi rimane solo la possibilità di affittare una sala. "Che ci vuole? Affitta, no?"<br />
<br />
Ecco a Bruxelles trovare una sala abbastanza grande, ma non costosa, con cotanto di animatrice e vivande non solo ha il suo costo, ma è anche una specie di impresa titanica, che in momenti di transizioni residenziali non è proprio il massimo. Lo sapevate che un trasloco è una delle cause maggiori di stress nella vita delle persone??.<br />
<br />
A ciò va aggiunto, che la maestra farà comunque una festa per Cookie a scuola, ma senza i genitori del festeggiato (sponsor silenti di torte e bevande per i piccini)<br />
<br />
Per cui, tenendo conto di quanto sopra, mi domando e vi chiedo: Cookie mi odierà tantissimo se per questo anno festeggiamo in famiglia con torta e qualche amico caro, ma senza 15 nanetti al seguito?<br />
<br />
<br />
<br />
<br />Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-64402777493173693062015-01-14T22:02:00.001+01:002015-01-14T22:02:04.222+01:00un martedì di ordinaria follia<div style="text-align: justify;">
Tutto è cominciato con un messaggio della Maestra di Cookie spuntato dallo zainetto di Topolino. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Eh sì nell'ultimo anno Cookie ha una grandissima passione dalle orecchie nere, il muso a fagiolo e le culotte rosse. Vuoi che mossi da tanto ardore non l'abbiamo assecondato con pupazzi, giochi e persino zaienetto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Comunque, stavamo dicendo: il messaggio. Ecco la Maestra ricordava a tutti che sebbene l'anno scolatisco fosse cominciato il 1 Settembre, <strike>nessuno aveva avuto il coraggio </strike> non avevamo ancora un rappresentante di classe.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ora, non che sia così rilevante visto che è una prematerna, ma tutto questo mi è sembrato veramente inaccettabile. "<i>Non abbiamo rispettato una scadenza??? I nostri figli, il mio Cookie non ha un rappresentante???</i>" Il problema degli avvocati: i richiami non ci piacciono: "<i>essere colti in difetto? Giammai!"</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Così ci ho pensato un po'- che io sono bravissima a complicarmi la vita - e in preda ad un atto di orgoglio misto a slancio da superdonna -della serie "<i>vuoi che non ce la faccio a fare pure questo</i>" - martedì mattina, appunto, mi sono proposta.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ho anche chiarito che se qualcuno si proponeva entro venerdì ritiravo la mia candidatura, ma non mi è sembrato che la Maestra abbia ascoltato quest'ultima parte. Anzi, francamente, credo che dirà a tutti che mi sono proposta io.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco, i tutti. Che ve l'ho detto che solo nella classe di Cookie si riuniscono circa 10 nazionalità differenti??? E che uno parla solo francese, uno solo inglese, uno entrambi ma male, uno è pianta grane e pazzoide, due vanno in panico per qualsiasi cosa? </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ah no, ma la Maestra dice che non è un ruolo molto impegnativo "<i>sa, è pur sempre la prematerna</i>". </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per il momento l'archivio nella mia lunga lista di "sòle auto inflitte". Con la postilla che, come tutte le altre nella lista, anzi forse di più in questo caso, sono contenta perché mi terrà a stretto contatto con la vita scolastica di Cookie, il quale ne è entusiasta. Adora andare a scuola, vedere gli amici e la maestra.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Con un lavoro a tempo pieno, spesso mi sento in difetto perché non riesco a dedicare tutto il tempo che vorrei a conoscere gli altri genitori, a conoscere tutti gli amici di mio figlio, ad indagare bene tutte le attività scolastiche. Non sempre mi ricordo cosa mangia a scuola. Ce la metto tutta e approfitto di ogni pomeriggio che posso per andare a prenderlo al doposcuola.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Così almeno dovrò essere per forza di cose più coinvolta!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Comuque, mica è finita qui. Ho finito la giornata, comprando CASA. Eh sì, mutuo arriviamo! </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Abbiamo trovato una casa che ci piace qui a Bruxelles vicino alla scuola di Cookie e abbiamo deciso di fare il salto. A quanto pare resteremo per un po'... ora dobbiamo solo capire quanto. Abbiamo appuntamento con la Banca nei prossimi giorni - credo che lo sapremo presto. Vi terrò aggiornata :)</div>
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<br /></div>
Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-12624080286213033242015-01-05T10:56:00.000+01:002015-01-05T11:18:26.297+01:00Buon anno<div style="text-align: justify;">
Il 2014 è stato un anno pieno. </div>
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Pieno di novità, di impegno, di concentrazione, di bei momenti.</div>
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Quasi assorbente. In cui mi sono dedicata così tanto al lavoro e ai miei due ometti, che sono arrivata alla fine dell'anno esausta e desiderosa di esaudire i miei bisogni, quelli che ho messo da parte in una scala di priorità tutta incentrata verso l'esterno, verso chi secondo me ne aveva più bisogno.</div>
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Ecco quindi un primo proposito per questo 2015: fare tutti i giorni una cosa solo per me. Che sia un'ora di sport/camminata, 30 minuti di relax con libro/tablet (e possibilmente questo blog) o 10 gustandomi una tisana calda.</div>
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A proposito, dopo 15 giorni in Italia sia tornati alla base - una Bruxelles fredda e assolata - con un Cookie strafelice di tornare a casa SUA e alla SUA scuola e due genitori ammirati dalla capacità di un bimbo di nemmeno 3 anni di identificare come CASA una città, una lingua e degli affetti lontani tanti kilometri da quelli dei suoi genitori.</div>
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Quanto a noi - i genitori - siamo tornati a lavoro ricaricati e con tanti progetti in testa e nuovi obiettivi da perseguire, come è giusto ad ogni inizio d'anno.</div>
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Che sia quindi un anno meravoglioso per tutti!!!</div>
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xx</div>
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PS. mi è stato chiesto quale è stato il momento più bello del 2014: ecco in un anno di tante novità, non ho dubbi: Fine novembre. Quando il Papà si è sottoposto ad un intervento/analisi in cui è risultato sano come un pesce. Questo vuol dire anche che nn sapremo mai perché è successo quel che è successo, ma in fin dei conti è una cosa con la quale possiamo convivere. Le cose succedono, alcune volte senza alcuna spiegazione. Come ha detto una mia amica in modo molto pragmatico: è sta solo sfiga, ora basta. :)</div>
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Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-42659644460611968222014-07-04T09:26:00.000+02:002014-07-04T09:26:06.438+02:00Buon compleanno<div style="text-align: justify;">
Immaginate una stanza da letto. Quella di ognuno di noi. Dove le discussioni più profonde vengono sviscerate e i progetti più belli prendono forma.</div>
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Pareti bianche, armadi bianchi mezzi aperti - prova che la mattina si va di corsa e non si sa mai cosa mettersi. Un letto appena rifatto, due persone sedute l'una di fronte all'altra.</div>
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"Sai, alla fine non mi dispiace che questa cosa sia successa, se può rappresentare un cambiamento per tutti. In meglio. Alla fine le cose brutte succedono, io, tu, noi, i nostri genitori siamo stati costretti a reagire, a cambiare mostrando forza, coesione e lucidità. Questo è quello che conta davvero".</div>
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Questo è mio marito. Quello che è sopravvissuto al Tutto con forza, caparbietà, determinazione.</div>
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Questo è quello che mi ha detto appena qualche giorno dopo essere tornato a casa.</div>
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Questo è quello che mi porto nel cuore ogni giorno come ago della bilancia, ogni volta che rischio di ripiegarmi su preoccupazioni giornaliere. Per mettere tutto nella giusta prospettiva.</div>
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Buon compleanno. </div>
Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-79860916844794055522014-06-27T17:33:00.000+02:002014-06-27T17:33:37.788+02:00(s)bloccata<div style="text-align: justify;">
Non scrivi più. perché?</div>
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Perché ci sono dei momenti in cui capisci che l'unica cosa importante è tirare avanti. Andare avanti.</div>
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Dritta, focalizzata, non c'è tempo per fermarsi. Per l'introspezione.</div>
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Ecco. Non ho tempo per guardare quello che sta succedendo dentro di me. Perché se lo faccio so che andrò ad accarezzare una parte di me che è stata sopraffatta dal super-uonmo. O super-donna che mi è venuta in soccorso quando avevo solo due possibilità. Ripiegarmi su me stessa o tirare avanti.</div>
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Ora è il mio momento di impegnarmi per costruire, difendere, supportare, occuparmi della mia famiglia.</div>
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Poi, succede.</div>
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Una mattina, complice una stanchezza che non ti aiuta a gestire il tutto, quelle emozioni che avevo chiuso dentro di me cominciano a trovare la loro strada verso il cuore, le mani, gli occhi. Come sintomi dell'influenza, ne snoccioli uno un giorno, due l'altro. </div>
<div style="text-align: justify;">
E poi eccomi, una mattina di giugno, per strada, sperando che nessuno noti una donna con lo spolverino addosso e la tuta sotto (ero andata ad accompagnare Cookie all'asilo) che oltretutto piange. </div>
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A volte credo che le lacrime ci rendano invisibili, che poi è semplicemente la gente ad avere ancora pudore nei confronti di alcune esternazioni sentimentali. </div>
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Mi sono sfogata, mi sto sfogando. Ho letto da più parti che i postumi di un momento duro si possono vedere anche dopo tanti mesi. </div>
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Io li sto vendendo solo ora. </div>
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Ora che sono più stanca, ora che di cose ne sono successe veramente tante e sono tutte positive. Mio marito sta bene, mio figlio è sereno, io ho un lavoro - che maledettamente mi diverte- ho una rete familiare anche qui a Bruxelles. Ora che sto mettendo radici e la cosa mi spaventa. Ora che mi guardo allo specchio e ho la certezza di assomigliare molto di più alla donna che vorrei essere. </div>
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Ora, mi sono sbloccata.</div>
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Il problema è che ho anche tante cose da raccontare.</div>
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Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-72109062331402084592013-12-22T14:43:00.000+01:002013-12-22T14:43:06.539+01:00home where Merry Christmas is <div style="text-align: justify;">
Sì, è a casa.</div>
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Lui, il mio lui, il Papà, grazie ad un recupero pazzesco è a casa. E soprattutto è Lui, come prima, forse anche meglio di prima. Boh, mi sembra più figo... sarà lo sport della fisioterapia, la mancanza di eccessi o la tanta paura, che gli hanno fatto perdere quei chiletti in più.</div>
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Fatto sta che è sempre lui. Vi avverto se anche il vostro Lui è un rompicavoli di prima categoria, ci rimane. Non ci sta nulla da fare. Rompe, ride, scherza, gioca con Cookie, ma soprattutto rompe. E fa i lavori domestici. Eh, sì, dovete sapere che lunedì scorso, il giorno prima di dimetterlo, ho ricevuto la telefonata che tutte noi donne vorremmo ricevere: "Signora, suo marito torna a casa ad un solo patto: che faccia tutti i lavori domestici, sia sempre attivo, mai sul divano se non per riposare un paio d'ore il pomeriggio. Altrimenti torna qui da noi. E poi c'è la fisioterapia da fare e gli esercizi a casa. A suo marito manco un nulla per recuperare al 100%, gli dica di continuare ad impegnarsi!".</div>
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<br /></div>
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Va detto ad onor del vero che anche prima aiutava molto in casa, solo che ora posso dire che lo deve fare perché lo ha prescritto il dottore. </div>
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<br /></div>
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Riaverlo con noi è sicuramente il regalo più dello che potessimo ricevere, soprattutto perché qualche settimana fa mi sembrava tutto così lontano, tutto così lungo. </div>
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Invece, è già Natale, ed è già -di nuovo - Lui.</div>
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<br /></div>
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Sarà un Natale diverso perché lo passeremo qui a Bruxelles con i nonni paterni, ma devo dirvi la verità che un po' sono contenta. Sicuramente mi mancheranno i sorrisi dei miei, le leccornie preparante dalla mia nonna, gli abbracci degli amici più cari e il consueto scambio dei regali sotto l'albero.</div>
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Però qui ho veramente tutto quello che mi fa essere felice: mio marito, mio figlio e questa nuova vita. Tutto quello che ho consapevolmente scelto per me stessa, che ho costruito e che ho difeso a dispetto di tutto e tutti. Tutto quello che conta per me.</div>
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<br /></div>
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Prima di tutta questa recente e dura storia, avevo tanti desideri per Natale, materiali e non. Alcuni importanti, altri davvero inutili. I primi ci sono ancora ma hanno assunto un vestito diverso, più concreto e meno affidato al destino. </div>
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Quello più importante ed il più ovvio credo che lo immaginiate tutti e non serve dirlo.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Prima di passare ad i consueti auguri di Natale voglio ringraziare tutti quelli che sono passati di qui a lasciare un messaggio, avete contribuito a darmi grande forza. Grazie ancora.</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKW5Ug9Oo5C8Lz-6JUUqxfPd1PmSq-IYcs_3OruOxhP__mtXOC-baRZIQKcbGrdISNSTCoMKvEC5T9lonjMcuTKGk0x35PcERsoXy5ft6JzEDx3E9cqn7JATjIV5e1b5zQ2LjYJ0s3-XEv/s1600/snoopy-hug.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKW5Ug9Oo5C8Lz-6JUUqxfPd1PmSq-IYcs_3OruOxhP__mtXOC-baRZIQKcbGrdISNSTCoMKvEC5T9lonjMcuTKGk0x35PcERsoXy5ft6JzEDx3E9cqn7JATjIV5e1b5zQ2LjYJ0s3-XEv/s200/snoopy-hug.jpg" width="172" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
In questi giorni di festa, voglio augurare a tutti una cosa in particolare: di abbracciare ed essere abbracciati perché non c'è nulla di più rassicurante e terapeutico di un abbraccio. Di dire "ti amo", "ti voglio bene", "sei importante per me" tutte le volte che ne avete l'occasione, è straordinaria la forza che nasce dalla consapevolezza di amare ed essere amati. Di ridere e far ridere, ho scoperto che l'umorismo e l'ironia sono strumenti essenziali per veicolare fiducia ed ottimismo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Fiducia ed Ottimismo sono contagiosi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Buon Natale a tutti. </div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnEb9XY6FPzue-0OeA-N4uQ7_5QaVFeRyfmEQ1KnUnbZZAVUk8hnkzPRUWjDmhcDgHwCjP-iXxnyMp8_cQcsbx20Ikbasq8gJUHSP9Cxzy-YoTQpFrCr_NLTuTW3vjcw88a8jWEokMBH5C/s1600/merry_christmas.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="245" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnEb9XY6FPzue-0OeA-N4uQ7_5QaVFeRyfmEQ1KnUnbZZAVUk8hnkzPRUWjDmhcDgHwCjP-iXxnyMp8_cQcsbx20Ikbasq8gJUHSP9Cxzy-YoTQpFrCr_NLTuTW3vjcw88a8jWEokMBH5C/s320/merry_christmas.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<br />Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-57256659337273348362013-12-08T15:45:00.000+01:002013-12-08T15:57:04.527+01:00una corsa<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;">Questo è il post che non avrei mai voluto scrivere.</span></div>
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px; text-align: justify;"><br /></span>
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px; text-align: justify;">Da quando sono arrivata qui, ho sempre pensato al post che avrei voluto scrivervi una volta trovato lavoro. Un lavoro stabile e bello. Uno dei motivi per cui mi trovo qui, a Bruxelles.</span><span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;"></span><br />
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px; text-align: justify;"><br /></span>
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
</div>
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;">
</span><span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;"><div style="text-align: justify;">
Tutt'al più avrei voluto scrivervi delle bellezze di Anversa, citta` in cui abbiamo pranzato, ormai quasi due settimana fa, con alcuni nuovi amici/colleghi, e di come ci siamo divertiti.<br />
<br /></div>
</span><span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;"><div style="text-align: justify;">
</div>
</span><span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;"><div style="text-align: justify;">
Invece, devo - perché questa è la mia casa e io qui non nascondo niente - raccontare di una corsa. La più faticosa della mia vita. Del peso degli anfibi che io che non sono una semplice, li ho anche pieni di borchie. Perché sollevarli velocemente dall'asfalto ad ogni passo mi sembrava impossibile. Del fiato corto, talmente corto perché avevamo mangiato da poco, e anche pesante. L'ironia delle situazioni: io che corro regolarmente, non ce la facevo, non riuscivo a farcela.<br />
<br />
Fin quando il telefono di Lui non ha risquillato e questa volta una voce di donna mai sentita prima mi intimava di correre più veloce, di raggiungerlo, prima che l'ambulanza lo portasse via. Poi ricordo di non aver più sentito nulla, non il freddo che mi tagliava il viso, non le risate di mio figlio per il quale la corsa sul passeggino spinto da un amico era divertentissimo. </div>
</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;"><br /></span>
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;">Correvo e basta. E mi sembrava di non arrivare mai, eppure Anversa non è grande. Perché l'ho lasciato andare da solo a prendere la macchina. Perché non mi ha chiamato. Perché.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;"><br />
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;">Arrivare e vederlo lì, sdraiato e vigile, impaurito. Salire sull'ambulanza con in braccio Cookie e tenerlo stretto a me. Ancora ignara della gravità della situazione.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;"><br />
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;">"Signora, si prepari, è qualcosa di neurologico, non andrà via subito, non passerà subito". Il paramedico in cui cercavo conforto, rimaneva freddo e distante. In realtà stava solo cercando di prepararmi. Di prepararmi a quell'ora che sarebbe stata la più lunga e disperata della mia vita. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;"><br />
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;">Ricordo il suo viso con quel sorriso a metà, quel braccio e quella gamba sinistri fermi, addormentati.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;">Quel tremore, e quel conforto che cercava nei miei occhi, mentre io avevo sempre più paura. E dovevo tenere buono Cookie, per il quale quella sala dell'emergenze era un lunapark. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;"><br />
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;">"Signora, ora lo portiamo a fare gli esami, la chiameremo noi". Fuori, i miei amici, quelli che hanno abbracciato Cookie, mentre io non riuscivo che a pensare: questo è un brutto sogno, voglio svegliarmi. Grazie a Dio, i medici sono stati più rapidi dei miei pensieri. "Signora, è un'emorragia, quella nella testa di suo marito. Ora stiamo vedendo se si è fermata". Ricordo di aver fatto una domanda, la più dura e allo stesso tempo la più spontanea: potrebbe essere fatale? "è possibile".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;">E come in un film, come in un copione già scritto, ho detto a voce alta: ma abbiamo un bimbo, non è possibile, non ora.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;"><br />
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;">Ho passato il restante quart'ora a pregare, sperare che si fermasse, che quella cosa nella testa del mio Lui si fermasse. Deve fermarsi! E mi davo la colpa, davo la colpa a questo cambiamento, forse è stato troppo, forse abbiamo scommesso troppo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;"><br />
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;">Poi, per qualche ragione o per volontà di qualcuno, si è verificato. Si è fermato. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;">Il Natale per me è arrivato in anticipo. Ha una data, un' ora e una frase: il 23 novembre 2013, alle 6, quando un omino secco secco e molto affemminato mi ha sorriso e mi ha detto: "it stopped, He should be fine". La riporto in inglese perché per quei medici - freddi ma seri - questa frase del tutto probabilistica, era un segno positivo. Era il meglio che poteva capitarci. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;"><br />
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;">E li ho abbracciati e ho abbracciato lui, imbambolato e spaurito, ma consapevole di essere al sicuro. Perché quei medici che non ci hanno mai rassicurato sul piano emotivo, lo avevano fatto su quello razionale, conducendoci per mano verso un cammino che spesso mi chiedo se sarebbe stato altrettanto lineare se ci fossimo trovati altrove.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;"><br />
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;">Sono passate più di due settimane. Lui, che è uno tosto, ha ripreso alla grande la funzionalità della parte di sinistra ed è stato trasferito in un centro di fisioterapia in cui lo lasciano andare a casa per il week-end. Questo è il primo finesettimana che passa con noi. Forse il primo in cui entrambi ci siamo sentiti di nuovo al sicuro, l'uno con l'altra. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;">E Cookie, che sarà piccolo ma non tonto, ha capito ed ha sofferto la mancanza del Papà. Anche per lui questo finesettimana è stato bellissimo.</span><span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;"> </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;"><br />
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;">La nostra casa è un'avvicendarsi di parenti e amici. Tutti pronti a dare una mano, tutti pronti a strapparci una risata o anche solo un sorriso. La mia gratitudine ad alcuni di loro che mi hanno supportato quel famoso sabato è talmente grande da non saperla quantificare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;"><br />
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;">E poi ringrazio Dio e soprattuto gli inventori di whazup, che hanno dato la possibilità ai nostri amici in Italia di esserci sempre e a tutte le ore del giorno, con un sorriso, una battuta, un segno di supporto per Lui, e per me e Cookie.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;"><br />
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;">Da 15 gg a questa parte, Le mie giornate sono fatte di sveglie all'alba, lavoro, tragitto per l'ospedale, camminate mano nella mano per i corridoi dell'ospedale, coccole serali per Cookie e nanna presto. Sono stanca, ma felice, come quelli che sanno di avere avuto un'altra possibilità. A volte mi chiedo se riuscirò mai a capire concretamente quello che è successo, se riscirò a metabolizzare mai. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif;">Poi mi rendo conto che davanti a noi abbiamo ancora un strada lunga fatta di esami e accertamenti, creazione di una nuova normalità. E allora decido di affrontare una cosa alla volta. Di preoccuparmi di una cosa alla volta. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif;"><br />
</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif;">Si dice che non puoi capire il senso degli eventi che a posteriori. Oggi, mi rendo conto che questo trasferimento, le persone che abbiamo incontrato grazie ad esso, quegli amici incontrati per caso nel lavoro che ho accettato un po' a malincuore, in realtà sono stati provvidenziali per affrontare al meglio questa vicenda. Che se penso ad ogni altra variazione mi sento mancare. </span></div>
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<span style="background-color: white; font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 16px;"><br />
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<span style="font-family: Calibri, sans-serif;">All'inizio ho detto che questo è l'unico post che non avrei mai voluto scrivere, ed è vero. Vorrei non avervi mai dovuto raccontare tutto questo, ma visto che la vita ha deciso così, vi dirò anche che dovendo raccontare, sono felice della storia che ho riportato.</span></div>
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<span style="font-family: Calibri, sans-serif;">Il cammino è ancora lungo e vi terrò aggiornati su come evolve.</span></div>
Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-28310523607919651082013-11-21T22:39:00.000+01:002013-11-21T22:39:08.960+01:00not what a pictured, but I love it<div style="text-align: justify;">
Sì, non ci sono stata. Facciamo che sono stata in ferie. </div>
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In vacanza da me stessa, dai miei pensieri, soprattutto da quelli scritti nero su bianco. Quelle parole che non rendono bene quello che provavo.</div>
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Ma ora eccomi qui. Ho ricominciato a scrivere. Che ce ne ho di cose da raccontare.</div>
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Del tipo che ho cominciato un lavoretto per uno studio che finalmente mi porta a recarmi tutti i giorni in un posto, invece di farmi lavorare sporadicamente da casa. Che mi fa incontrare colleghi che mi fanno ridere di cuore. Che non è quello che avevo immaginato per me stessa una volta arrivata a Bruxelles, ma è un inizio e a me gli inizi piacciono, e pure tanto. </div>
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Un inizio che sta travagliando Cookie, ma che alla fine se ne fa una ragione scambiando un capriccio con una puntata di Topolino. Che voglio dire, tra tanti cartoni, siamo d'accordo che non mi è andata poi così male, no?</div>
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Ma questo poi ve lo racconto bene in un post ad hoc. Ora continuiamo con l'update.</div>
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E continuando a parlare di Cookie, mio figlio è innamorato di una bimba bionda e dagli occhi verdi, molto tedesca e anche molto simpatica. Tanto innamorato che se vede una pubblicità con un bambina, la guarda e grida il nome della piccola tedesca. Ah, poverino, come lo vedo male. Troppo sensibile, troppo dolce. Davvero tanto.</div>
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Ho fatto l'albero di Natale. No, non sono pazza, è che ho comprato albero e decorazioni e questo ha destato la curiosità del nano. Vabbè, contando che negli ultimi 3 anni non l'ho fatto, possiamo dire che sto recuperando. Se ci aggiungiamo che qui il 6 dicembre si festeggia Saint Nicolas, direi che siamo assolutamente nella norma.</div>
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Ora vado che ho un sonno allucinante. Sono un po' di giorni che mi sveglio prestissimo e, come si dice a Roma, 'non me regge proprio'.</div>
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Buonanotte!</div>
Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-10852277290676162872013-10-28T16:00:00.001+01:002013-10-28T16:00:15.398+01:00Cose che mi fanno sorridere di BXL n.2<div style="text-align: justify;">
Ecco io un vento così forte non l'ho visto nemmeno in quel degli Stati Uniti. </div>
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Eh, sì che ho vissuto negli Stati federali più <strike>sfigati</strike> soggetti a fenomeni metereologici cosiderati ad alto potere distruttivo. Insomma tornadi e compagnia bella. </div>
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Che voi lo sapete come è il cielo prima di un tornado? No? Io, sì, Viola. Il cielo è di un viola da far paura, che mi è sempre rimasto il dubbio che quel colore io ce lo avessi negli occhi. E le sirene nelle orecchie. Ma d'altronde se la famiglia con cui vivi ti dice che quella casa l'hanno dovuta ricostruire da zero proprio a causa di un simpatico vortice dalla potenza inaudita, ecco, vedere tutto viola mi sembra il minimo.</div>
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Comunque, oggi, con un cielo azzurro, dall'apparenza assolutamente innocua, si è alzato un vento fortissimo. Un vento in grado di spostare cose, ma non case. Nuvole, di spostare nuvole. Nel giro di tre ore abbiamo avuto, nell'ordine, sole come a Roma ora (v. ottobrate romane), pioggia fortissima, quasi tropicale. A secchiate veniva giù, che io lo so bene che sono, ovviamente, uscita per fare una spesa veloce proprio in quel momento. Eh, il sole mi aveva tratto in inganno. </div>
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Poco dopo aver varcato la soglia di casa, di nuovo sole, accompagnato da un soffio che assomigliava più ad un gigantesco phon. Di aria umida.</div>
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A me è sembrato che questo vento fosse in grado di portarsi dietro la mia Roma, quel torrenti di acqua di quel pomeriggio in Messico, quella mattina limpida e soleggiata in montagna con l'aria pulita pulita, e quella giornata di pioggia fitta fitta su quell'isola di cui non ricordo il nome, ma il suo profumo sì, di vaniglia. </div>
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E io sono qui, in attesa della neve a questo punto. Che dicono che da domani farà freddo. Non abbastanza per la neve, certo, ma mi fa sorridere che questo vento, così serio ed impetuoso, alla fine dei conti stia portando l'inverno. Che come sapete io amo alla follia.</div>
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E aspetto che arrivi, guardando dalla finestra, e sperando che questo vento abbia il tempo di portarsi via questa influenza che mi ha assalito nei giorni scorsi. E che sembra non volermi abbandonare del tutto. </div>
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Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-77497236256259931572013-10-18T12:38:00.000+02:002013-10-18T12:54:00.199+02:00il tempo delle mele(tte)<div style="text-align: justify;">
Ho appena finito di mandare una raffica di CV per posti in cui mi piacerebbe davvero molto lavorare.</div>
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Non so, ma da quando mi sono fatta un'idea di quello che il mondo del lavoro di Bruxelles può offrire, mi sono intestardita su alcune posizioni. </div>
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/>E mentre prego e spero per quello che voglio (e se avete voglia di contribuire con un po' di tifo, è sempre bene accetto), vi devo raccontare del primo incontro, anzi, scontro amoroso di Cookie.</div>
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Noi, il pomeriggio, si passa al parco, tranne se piove. E ultimamente ci va bene, diciamo. </div>
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Un parco pieno di giochini ben curati, tra cui una tenda degli indiani che è la prediletta del nano. </div>
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Una tenda rossa in legno che all'interno nasconde un tavolino rotondo intorno a cui i bimbi si possono sedere comodamente sulle apposite panche.</div>
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Di solito, Cookie ci va con i suoi amichetti del nido. Si mettono lì, giocano, si spingono. E se possibile si prendono a mazzate. Soprattutto se il testosterone predomina il gruppo di gioco.</div>
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Un pomeriggio i soliti amichetti non c'erano. Al loro posto, ad attenderlo nella tenda, c'era una bimbetta più o meno della stessa età, dai capelli ricci ricci e gli occhi scuri. Molto carina e molto maschiaccio, tanto che si sono trovati subito bene a giocare.</div>
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All'improvviso si è lanciata nella tenda una bimba esattamente identica a quella che giocava con Cookie, ma leggermente più grande. La sorella insomma, con un evidentissimo accento francese. </div>
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Lei mi guarda, guarda il nano, sorride e poi, proprio come una tigre, si lancia sul piccoletto, lo stringe forte forte e gli stampa sulla bocca un lunghissimo bacio. Il tutto davanti agli sguardi stupiti miei e del padre della piccola. </div>
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Cookie che se c'è una cosa che non gradisce è l'irruenza, proprio perché l'unico che può essere irruente è semmai lui, è scoppiato in un pianto inconsolabile. </div>
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Reazione mal gradita dalla bimba che stizzita, come una Jessica Rabit incompresa, ha abbandonato la tenda ed è corsa dal padre, il quale non ha potuto fare a meno di domandarle - scherzando : "ma almeno gli hai chiesto come si chiamava prima di lanciarti?!".</div>
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Ovviamente, ehi, io sono preoccupata. Qui il gioco si fa serio già a quest'età. </div>
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E io che mi ero illusa di essere ancora l'unica a subire il fascino di mio figlio... </div>
Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-37843491827040669342013-10-14T14:47:00.001+02:002013-10-14T14:53:38.942+02:00questo lunedì <div style="text-align: justify;">
Questo lunedì, così, un po' uggioso, un po' molesto come tutti i lunedì, assolutamente normale e assolutamente banale lo voglio dedicare, come augurio anche per me stessa, a quelli che una mattina si sono alzati e hanno detto: </div>
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<br /></div>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
Sai che c'è? io lo faccio.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
Smetto quello che mi fa alzare stamattina, come tutte le mattine da 10 anni a questa parte, con un peso sul cuore. Anche se non posso permetterlo, anche se per la mia scelta dovrò fare economia, anche se dovrò fare un lavoro meno qualificato, anche il più umile. Sarà più dignitoso del modo in cui passo le giornate. Delle persone con cui passo le giornate.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
Inizio quel progetto che avevo nel cassetto. Quell'idea che mi è venuta sotto la doccia. Quella che mi ha fatto tanto gasare che non ci ho dormito la notte. Che ha canalizzato le chiacchiere di una serata. La stessa che ho dovuto abbandonare il giorno dopo. Perché non avevo tempo, non avevo abbastanza spinta. Perché non mi sono documentato abbastanza. </blockquote>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
Cerco altrove, e cerco veramente, con la lucidità di chi dice "ho un piano" e la fierezza di chi pensa "non mi importa cosa, quanto e dove, io l'otterrò, ci arriverò". Che la determinazione alla fine è tutto. </blockquote>
<blockquote class="tr_bq" style="text-align: justify;">
Oggi mi butto, e vado, fosse solo per 5 minuti di adrenalina. Quelli che precedono l'inizio di una grande avventura. Che sia quella della vita, o una gran ca@@ata, il tempo è sempre un galantuomo.</blockquote>
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<br /></div>
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Oggi, è per chi è partito, chi sta tentando, chi alla fine è riuscito, e chi ha tentato e poi non si è dato per vinto, ed è ripartito più forte di prima. Ma soprattutto per chi, per rimanere fedele a se stesso, ha fatto una scelta, quella di cambiare la propria vita per essere più felice.</div>
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Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-15050269316908797142013-10-11T12:09:00.002+02:002013-10-11T14:07:05.620+02:00cose che mi strappano un sorriso a BXL n. 1<div style="text-align: justify;">
Voi ce le avete presenti quelle donne mediorientali dai tratti del viso molto marcati e quegli occhi neri neri e profondi che sembrano raccogliere tutto il mare del mondo?</div>
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Quelle che per religione musulmana hanno il capo coperto dal velo. Che se Bruxelles la guardassimo dall'alto potremmo vedere le strade popolate da tante testoline colorate. Che questo velo ha la stessa funzione estetica di un bel cappello da signora, alla fine dei conti.</div>
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<br /></div>
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Ecco, io ho scoperto che queste donne sono state in grado di attribuirgli anche una funzione pratica del tutto innovativa. E molto più stilish degli auricolari che, per quanto colorati e di svariate misure, riescono sempre ad avvicinare anche i look più sofisticati a una tenuta da jogging della domenica mattina al parco.</div>
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Perché loro, quando parlano al telefonino, tengono lo smartphone bloccato tra l'orecchio e il velo. </div>
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Chiacchierano leggere, mentre continuano a camminare, dritte per la loro strada, utilizzando le mani libere per potare borse e borsette. </div>
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Senza l'angoscia, a me ben nota, che l'auricolare sfugga dall'orecchio... <br />
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P.S. Per chiarezza, questo post l'ho scritto per raccontare qualcosa di buffo, non certo per promuovere l'utilizzo del cellulare vicino all'orecchio, che come noto può nuocere alla salute. Sì, siamo doveresamente sottomessi all'auricolare... </div>
Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-36945438537532184332013-09-25T21:49:00.002+02:002013-09-26T10:25:38.475+02:00She-bam<div style="text-align: justify;">
Fin da piccolina ho sempre avuto una vera passione, al limite dell'ossessione, per la danza.</div>
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<br /></div>
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Che non è il tutu bianco latte, né le scarpette rosa con la punta dura, tantomeno quella cipolla stretta stretta e intrisa di gel che rappresenta l'acconciatura standard.</div>
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Io amo proprio la danza, nel senso del movimento, del volteggiare leggere sul palco, in un <i>saute de basque </i>perfetto, dove la gravità sembra non esistere. Quelle elevazioni con il collo del piede piegato quasi ad uncino più che a punta.</div>
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Tanta la passione che a 8 anni ho convinto i miei genitori ad iscrivermi ad una scuola di ballo con la promessa che avrei continuato le lezioni di nuoto, anche se si fossero accavallati i giorni. Sto nuoto, croce della mia giovinezza. Mia mamma me lo ha imposto fino a che non sono andata al liceo. In realtà fino a quando un istruttore non le ha fatto capire che davvero non mi piaceva andare in piscina. Certo, oggi nuoto come un pesciolino e le sono grata, ma è anche vero che ogni volta che mi butto in una piscina sento di nuovo quello stress addosso, quell'ansia di dover fare qualcosa a tutti i costi.</div>
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<br /></div>
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Comunque, se mia mamma era testarda, io più di lei, e per tre anni ho fatto sia nuoto che danza, il giovedì pomeriggio addirittura tutti e due. Sì, si accavallavano. La mia solita fortuna. Praticamente andavo a 'smontare' la bella cipolla, sciogliendo quel kilo di gel che avevo in testa nel cloro della piscina. Una mano santa. Per i miei capelli, ovviamente.</div>
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Quanto mi piacevano quelle lezioni. Quella sbarra, la pece, le mie scarpette. Ricordo ancora il primo saggio di danza in un teatro vero: le luci, il trucco, le coreografie, quella paura di sbagliare e quella voglia di esibirsi davanti a tutti che facevano battere forte il cuore.</div>
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Sentivo di aver realizzato un sogno.</div>
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Che è durato veramente poco, ahimè.</div>
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Sì, perché fra me e la professione di ballerina a cui aspiravo c'era un piccolo - anzi - grande problema: il mio peso.</div>
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Eh, ero ciccionissima per fare la ballerina. Del tipo che più che un bimba con il tutu sembravo un foca con il tutu. Con le guanciotte, agguerrita nell'imparare, con un discreto senso del ritmo, ma con una corporatura assolutamente inadeguata.</div>
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Beh, il mio amore per il cibo cozzava proprio con il mio avvenire da étoile. Per dire, al saggio, quando le altre ricevevano i fiori, a me davano da mangiare le pizza rossa unta e bisunta.</div>
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Immaginatevi la scena: venti bambine esili che uscivano dal teatro con in mano i mazzi di fiori portati dai parenti - perché cari Mamma e Papà si regalano i fiori dopo un saggio - e poi io, che addentavo compiaciuta la mia pizza.</div>
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Questo sogno infranto mi ha colpito, e per tanto tempo non mi sono più iscritta ad alcun corso che includesse una coreografia. </div>
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Semplicemente non mi sono più sentita adeguata. Al contrario, assolutamente scordinata e non portata per alcun passo di danza. Ciò nonostante il tempo da vero galantuomo mi abbia regalato una figura più snella e agile.</div>
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Semplicemente, immaginavo di entrare in una stanza e di sentirmi gli occhi addosso al primo sbaglio. E allora mi sono buttata solo su sport di resistenza o corsi con esercizi statici.</div>
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Finché un'amica un pochino più testarda di me non mi ha spinto ad una lezione dal nome assurdo: She-bam. Praticamente una wanna-be Beyonce che per un'ora ti fa coreografie d'inspirazione latina-pazzoide improbabili e che a vederle dal di fuori mi farebbero morir dal ridere. </div>
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Mentre ero lì che tentavo timidamente di seguire, ripiegata ovviamente in ultimissima fila, ho fatto una cosa che non avevo mai fatto prima: mi sono guardata intorno. </div>
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E ho visto la signora attempata che sembrava seguire un corso di ginnastica dolce piuttosto che una zumba rivisitata, la ragazzetta sovrappeso assolutamente fuori tempo e la sua amica che si dimenava come una pazza. E tutte si divertivano e basta. Non gliene poteva importar di meno del giudizio degli altri.</div>
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Ecco io in quel momento ho sentito che potevo fare tutto, anche sentirmi una ballerina, se mi faceva stare bene. Mi sono ricordata che le passioni sono anche quelle in cui non necessariamente eccelliamo, ma che sono in grado di nutrire il nostro umore e le nostre ispirazioni. Che possiamo goderne se ce le viviamo punto, in barba al giudizio degli altri. Anche chi se li fila sti altri. C'avranno di meglio da fare che ridere di me, no?<br />
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Ovviamente dopo la lezione, scatta sempre il pasto-ricompensa. Che certi piaceri non si abbandonano mai.</div>
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Invece, per sentirmi un'étoile, faccio l'unica cosa che ha senso: mi concedo uno spettacolo di balletto ogni tanto da seguire con sguardo clinico ed incantato. Innamorato.</div>
Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-77626546221239644722013-09-23T16:09:00.000+02:002013-09-23T16:09:13.809+02:00coerenza<div style="text-align: justify;">
Questa settimana questa personcina un po' buffa, spesso smaniosa, nervosa e cervellotica, che sarei io, si è trovata a più riprese a provare uno strano sentimento di invidia, più simile all'ammirazione e al desiderio di emulazione. </div>
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Per tutti quelli che sono sereni nelle loro vite. Per quelli che hanno quello che desideravano e che assolutamente si meritano. Ma più di tutti per quelli che vivono sereni non quello che hanno, anche se non è proprio quello che desideravano. Quelli che sanno aggiustare il tiro man mano che la vita risponde. Quelli che sono arrivati ad un punto, fermo, tranquillo. Sereno, appunto.</div>
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Sarà che questa settimana è stata proprio brutta. Che mi sento affannata, inquieta, amareggiata e rabbiosa. Sì, sto facendo un po' i conti con questo sentimento che per una serie di ragioni non riesco a smaltire. Come vorrei. Che se potessi, forse farei più danni che altro. E allora sto zitta. Ma mi chiedo se mi faccia bene. Non sarebbe bello poter avere un giorno per vuotare addosso ai giusti destinatari tutto quello che non va. Se non fosse meglio mandare a quel paese un po' più spesso, e andare avanti. Con qualche coccio in più, certo. Ma anche più serena. A posto con me stessa. Che poi sopportare, ma che senso ha?</div>
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<br /></div>
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E mi chiedo pure se tutto questo cercare, ricercare, fare, disfare che è la mia vita, che è stata la mia vita, non mi abbia sfinito. Se non si arriva poi ad un punto che quando cerchi, poi non ti trovi più. Perché stai solo scappando.</div>
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<br /></div>
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E allora mi ritrovo a pensare a come ci sono arrivata a questo punto e mi rendo conto che tutto questo è proprio quello che mi sono andata a cercare. Che ho fortemente voluto. Anche quello che ora mi fa venire l'ulcera e inumidire gli occhi. </div>
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Sapete, di me si possono dire tante cose, tranne che non sono una persona coerente. Io ho la forza e il privilegio di fare quello che dico. Di comportarmi con coerenza. </div>
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Questa qualità è il mio più grande fardello. Perché se io dico che non sono soddisfatta, io faccio qualcosa per cambiare. Se amo una persona, ci sono per quella persona, sempre. Se credo in quei principi, io li applico.</div>
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<br /></div>
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Oggi, in cui tenere alta questa coerenza su vari fronti mi sembra più difficile, tentenno e mi chiedo a che pro.</div>
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Mi porterà verso quella serenità che cerco? Essere fedele a me stessa mi porterà verso quello che fa per me?</div>
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Lo so che questo post sembrerà delirante, ma oggi dove l'espressione orale fatica ad arrivare, scrivere qui come mi sento, anche in maniera un po' poco 'coerente' mi sembra terapeutico. </div>
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Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-78786282080814240262013-09-16T13:41:00.000+02:002013-09-16T13:41:00.222+02:00Aggiornamenti e sdoppiamenti di personalità<div style="text-align: justify;">
Uhhh, è passata una settimana! incredibile. Eh sì che di cose ne ho fatte, sapete. </div>
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In particolare, una.</div>
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<br /></div>
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Ve la ricordate questa bella <a href="http://mammachepaura.blogspot.be/2013/08/school-years-resolutions.html">listina</a>?</div>
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Ecco, io ci sto lavorando. In particolare il punto 3.b, chiamiamolo così.</div>
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Eh, sì, non ne avevo abbastanza della confusione che regna sovrana nella mia testa e nella mia esistenza, che ho dovuto crearmi un 'alter alter ego'. </div>
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<br /></div>
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Quindi oggi, oltre a @mammachepaura, circola un altro account twitter (per ora) in cui posto, condivido, commento alcune cosette professionali che mi interessano e mi informo su quelle raccolte da altri. Non vi ammorbo qui con dettagli, ma se per caso vi dovesse interessare qualche informazione semi legale, contattatemi su Twitter e vi dirò come trovarmi... </div>
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Il passo successivo, che succederà spero nel corso di questa settimana, è aprire il mio altro blog. Quello che accompagna il mio "alter alter ego", ecco. Uno in cui do libero sfogo a quelle cose semi seriose che fanno parte (o che almeno dovrebbero) di quella parte di me che, legge, lavora, studia e si appassiona a quello che ha letto, studiato, consigliato ad altri. </div>
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<br /></div>
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Cosa mi blocca ancora? Il nome. Niente, non mi viene. Alla fine lo so che sceglierò una cosa a caso, per sfinimento e per il sol gusto di aprire questo spazio, finalmente.</div>
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Come sopra, vi informerò quando succederà, quando sarò riuscita ad occupare anche quello spazio.</div>
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Insomma, non so se è chiaro ma ho trovato nei social media un modo per canalizzare le molteplici personalità che abitano in me.</div>
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No. Tranquilli. Nulla di preoccupante. Solo un desiderio difficile da contenere. Quello di condividere, esprimersi, uscire fuori.</div>
Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-41651793129360026612013-09-09T14:24:00.000+02:002013-09-09T14:24:01.795+02:00allo specchio<div style="text-align: justify;">
Ve la butto lì. </div>
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<br /></div>
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Ma voi, dico voi con prole al seguito, sì le mamme insomma, vi guardate mai allo specchio qualche volta con l'impressione di non riconoscervi del tutto?</div>
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Mi accade ultimamente quando mi preparo per uscire. Per qualsiasi occasione. Non importa. </div>
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Mi trucco, mi sistemo i capelli, mi vesto. Non so perché ma ultimamente invece di 2 ore per scegliere cosa mettermi ce ne impiego 1. Sempre tanto ma in via di miglioramento. Sarà che l'altra la impiego a preparare Cookie. Mi dicono che le femminucce siano più esigenti in fatto di vestiti sin da piccole. Forse (per ora) mi è andata bene va, se no una Cookina si sarebbe presa entrambe le mie ore e saremmo sempre in ritardo.</div>
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<br /></div>
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Comunque, senza divagare. Io mi vesto e mi metto davanti allo specchio. Ed è lì che succede l'alienazione.</div>
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Mi guardo i capelli e mi dico: "ma perché non sono più come prima? Odio questo taglio". </div>
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Peccato che la forma e il colore siano sempre gli stessi. Da almeno due anni. E quindi ante Cookie.</div>
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<br /></div>
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Poi passo al viso e vedo tante piccole rughine intorno agli occhi. E penso che prima non c'erano. Non erano lì, ero più distesa. No, letteralmente più liscia in viso.</div>
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<br /></div>
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Il momento che mi lascia più delusa è quando passo a <strike>criticare</strike> controllare come mi sono vestita e mi dico: "certo che ho perso proprio un po' di smalto. Un po' di fantasia". </div>
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Anche se in verità non sono poi così diversa nei gusti e nell'approccio alla moda. Che come per ogni donna (o quasi) è una vera passione.</div>
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<br /></div>
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In realtà, non mi riconosco e basta. Sento di essere in un modo dentro e non vedo quell'immagine nello specchio che mi riflette. </div>
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Mi dico che è un'impressione. Torturo il mio Lui per sapere se è così. Ma non mi do pace.</div>
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<br /></div>
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Che poi ad essere chiari, non vorrei essere quella che ero prima. Prima di Cookie, prima di Bruxelles, perché quella non mi piaceva e fortunatamente era solo in transito. </div>
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<br /></div>
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Ma non riesco nemmeno a riconoscermi in quella che sono in quello specchio. Come se non riuscissi a tradurre nell'apparenza quei cambiamenti che sto vivendo interiormente. Che mi rendono più attiva, più forte, più determinata. Più serena di un tempo. </div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E non quella faccia un po' stropicciata che mi riflette su quel vetro. Quella non mi rappresenta più.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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Che abbia solo un pessimo specchio?</div>
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</div>
Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-68067960123513941102013-09-06T22:05:00.000+02:002013-09-07T12:24:02.982+02:00Abbaye de la Cambre<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqPOL3PEsCWEoOwqIyI2qsDZ-PVoCw_slSoUhoZc5ZWtWqQTuX_Re4b3bOmYJZsoYVhZkYqkViV7iKul-60byjecMQGTytcr7YtxgtcSAwH0YVGlHV5EJQD-Ezl_PWp5vbwpJVzMm2kbmZ/s1600/foto+5.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqPOL3PEsCWEoOwqIyI2qsDZ-PVoCw_slSoUhoZc5ZWtWqQTuX_Re4b3bOmYJZsoYVhZkYqkViV7iKul-60byjecMQGTytcr7YtxgtcSAwH0YVGlHV5EJQD-Ezl_PWp5vbwpJVzMm2kbmZ/s640/foto+5.jpg" width="640"></a></div>
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Sono tornata - quasi - con le mie foto degli angoli di Bruxelles che amo.<br>
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Questo l'ho scoperto da poco nonostante mi stia proprio dietro casa. Eh, già, nel mezzo della città Europea ti può capitare di imbatterti in questa bellissima abbazia con un parco strepitoso dove poter correre, rilassarsi, giocare. Ammirare. Ecco queste sono le mie foto di quando l'ho scoperta. Poche, ma sono i miei occhi con gli angoli che mi hanno colpito di più. Vi posso solo dire che mi ha lasciato senza fiato.<br>
Per altre info, <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/La_Cambre_Abbey">qui</a>. <br>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjotfqLSv8FiDcWIpUCHskVDe-VLqL_3RDQsTwMMpS00FHm3HXdbLx2HdaKaHdm5aMCCgGQvf4SQkjDwdFK4s_eoucFKltHnR0aK42GsfoVWQXmfZplb848ktfBR4euidBMVpaXHTH6ZmXa/s1600/foto+4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjotfqLSv8FiDcWIpUCHskVDe-VLqL_3RDQsTwMMpS00FHm3HXdbLx2HdaKaHdm5aMCCgGQvf4SQkjDwdFK4s_eoucFKltHnR0aK42GsfoVWQXmfZplb848ktfBR4euidBMVpaXHTH6ZmXa/s640/foto+4.jpg" width="640"></a></div>
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<br>Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-1430966822488282306.post-76654335514105101602013-09-03T21:58:00.000+02:002013-09-03T21:58:16.716+02:00l'angelo del focolare ha stancato<div style="text-align: justify;">
Ecco, davvero, non se ne può più.</div>
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Non se ne può più di quelle che "la maternità è il momento più bello nella vita di una donna, uno stato di grazia". </div>
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Come direbbero a Roma "Ma grazia de che?" </div>
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Che hai due occhiaie che fai paura, visto che almeno i primi anni -ehm - mesi non dormi mai. </div>
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Che se prima eri padrona della tua giornata e potevi permetterti di saltellare dal lavoro, alla palestra, all'aperitivo e poi al cinema, ora saltelli al massimo dal fasciatoio alla culla sotto gli ordini di un marmocchio urlante e bisogno di tutto e di niente. </div>
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E quelle "io non riesco proprio a separarmi dal mio piccolo per qualche ora al giorno" dopo che son 6 mesi che il pargolo frequenta il nido. Certo quando la mamma gli concede di andarci. </div>
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Ma basta, Santo subito colui che ha pensato al nido e non solo ne ha fatto realtà, ma ha anche veicolato il messaggio che il nido fa bene allo sviluppo delle interazioni sociali tra piccoli. Ecco, non solo costui ha ragione per i bimbi, ma quel che afferma è vero anche per le mamme. Il nido migliora i vostri rapporti sociali, perché vi consente di avere del tempo per farvene!</div>
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Le mie preferite sono quelle che affermano sicure "la mia vita è iniziata quando è nato mio figlio".</div>
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Questa è forse la più difficile da accettare, perché mi fa pensare che prima per alcune non ci fosse nulla, niente con cui riempire il cuore, niente che provocasse un brivido. Diciamoci la verità, prima c'era molto. Molto della nostra vita a cui abbiamo rinunciato e che forse non ci vogliamo ricordare perché la nostalgia è una brutta bestia.</div>
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Francamente non lo so perché bisogna insistere ancora su quest'immagine della maternità come esemplificazione della pace dei sensi, della felicità estrema. Climax di una vita, iperbole della femminilità. Quando poi queste ancelle della felicità te le ritrovi a piangerti sulla spalla con lacrime da stanchezza, privazione del sonno, debolezza.</div>
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Non sarebbe meglio essere chiari? Essere siceri e dire: avere un bimbo è l'esperienza probabilmente più intensa nella vita di due persone. Dura, agrodolce, divertente, appassionante, faticosa, piena di dubbi e di salti nel vuoto con il cuore che ti arriva in gola. La stessa che la sera quando torni a casa ti accoglie facendoti dimenticare anche la peggiore giornata di lavoro. In ogni caso. Che il nanetto ti accolga urlante o con il sorriso più bello del mondo, andrà già meglio. Perché le energie vanno dosate, se il piccolo te le richiede tutte, inevitabilmente il resto rimarrà fuori dalla porta.</div>
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E comuque, che sia uno strillo o una risata, guardando quegli occhi che hanno un po' di te, andrà davvero meglio.</div>
Mamma Che Paura!http://www.blogger.com/profile/02881746199090952990noreply@blogger.com18