Non credo di avervi mai parlato di E., nonostante negli ultimi mesi abbia ricoperto un ruolo fondamentale nella mia vita di neomamma.
E. l'ho cercata quando a Cookie bastava giocare a tetris con i miei organi interni, quando vivevo ancora nell'attesa di questo esserino simpatico che ride come un pazzo, che piange come un disperato quando ha fame, che pare voglia giocare tutto il tempo e mai dormire.
Ignara di tutto quello che sarebbe stato, ma consapevole della persona che non sarei mai diventata, ovvero una casalinga perfetta - un lavoro troppo duro, troppo altruista per me - ho cercato un aiuto per la casa, qualcuno di cui fidarmi per lasciargli Cookie una volta tornata a lavoro.
Sono partita in anticipo, perché ero certa che una volta nato Cookie avrei avuto bisogno di un aiuto esterno. Che Nonna A lavora e Nonna P è sempre molto occupata (diciamocelo, da quando è nato Cookie, Nonna A ringrazia di essere ancora a lavoro e Nonna P si tiene più occupata in attività non ben note).
Ho fatto tanti colloqui, ecco la rosa delle meno peggio:
- la ragazza di 23 anni con figlia duenne, tanto dolce tanto carina, quanto inaffidabile. "Scusa ma se tua figlia sta male?" "No no, ma c'è mia mamma che si può occupare di lei. Le parlo e glielo dico. E poi c'è anche mia sorella se non lavora." "e il padre?" Silenzio tombale.
- la filippina appena sbarcata in Italia che non parlava italiano ma era volenterosa di impararlo. Parlava un buon inglese, e mentre ci parlavamo non potevo non immaginarmi l'interazione tra lei e Nonna P se l'avessimo scelta. "Nonna P how are you today?" Nonna P la guarda con lo sguardo sospettoso e il viso indurito della serie "ma che cavolo vuole questa!"
- la belloccia che dice sempre sì. Bella, mora, riccia e ad ogni nostra richiesta annuiva. "Sai stirare?" "Sì", "Ti sei mai occupata di un bimbo piccolo?" "Sì" "Puoi lavorare 28 ore di fila?" "Sì" "Puoi intrattenere il Papà quando non ci sono?" "Sì" "ehm, No!"
Poi è arrivata lei, questa signora rumena di mezza età con il viso simpatico e gli occhi grandi. Si è seduta nel nostro salotto e ha parlato con noi per trenta minuti, in un perfetto italiano, chiara nell'esporre cosa sapeva e non sapeva fare. Ha ascoltato le nostre esigenze e ha parlato delle sue, anche economiche. Per fortuna combaciavano.
Il primo giorno in cui è entrata a casa, Cookie era microscopico. Si è guardata intorno, il nostro appartamento era un disastro. Con cura, giorno dopo giorno gli ha dato una nuova vita.
Lei mi ha rimproverato perché a pochi giorni dal cesareo andavo in giro scalza. Messe le scarpe da ginnastica non soffrivo più.
Lei quando Cookie non voleva il ciuccio mi ha imposto di comprargli quello in silicone. Ora il preferito del nanetto.
Lei che mi incoraggiava ad uscire da sola per qualche ora, dicendo "tranquilla ci penso io a Cookie. Anche se piange che mi devo abituare".
Lei che ci ho messo 2 mesi e una litigata a farle capire che Cookie non poteva stare sempre in braccio. Ma alla fine ha capito.
Così dopo 4 mesi, E. sta alla mia vita di neomamma come l'aria all'uomo.
ti invidio. vorrei scrivere ammiro ma sarei ipocrita.
RispondiEliminaInvidio il tuo coraggio, la tua lucidità, la tua caparbietà.
Io ho una situazione simile, nonni lavoratori e poco interessati alla gestione del nanetto, nonna lavoratrice e che fa quel che può e marito che non se ne occupa.
E sto contando i giorni che mancano all'avvento della tata. Perchè almeno troverò un pò d'aria solo per me e non solo quella in condivisione con il puffo, che amo ma da cui ho bisogno di staccare un pò.