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venerdì 14 settembre 2012

We call failure experience

Martedì scorso mi sono imbattuta in questo articolo di Linkiesta “La chiave per il successo? Aver provato il fallimento" che mi ha lasciato un senso di eccitazione, tipico di quelle letture che ti spingono a riflettere su te stessa, a dire "ok, ci provo anche io". Insomma, che ti ispirano.
E in questo momento in cui mi interrogo molto su che direzione dare alla mia vita lavorativa, ho veramente bisogno di confronto, eccitazione e molta ispirazione. 

Un po' perché quando si riflette sula possibilità di buttarsi in una nuova avventura, spesso si rimane bloccati dalla paura del fallimento. Perché la strada su cui siamo forse non è la migliore per noi, ma almeno è sicura, o quanto meno conosciuta, calcolata, studiata.

Questo articolo, invece, sostiene che il fallimento accade in tutte le imprese (quante porte sbattute in faccia si prendono almeno all'inizio!) e che averlo provato è proprio la chiave per il successo.

Mi rendo conto che può sembrare un discorso semplicistico, specie se un fallimento può incidere sul benessere di una famiglia intera. All'inizio leggendolo anche io ho reagito così.

Poi mi sono chiesta se la mia insoddisfazione non faccia altrettanto male alla mia famiglia.

Se il fatto di non provarci mai, mi farà vivere di rimpianti.

Se c'è un modo per dedicare del tempo rubato magari al lavoro attuale per buttarsi. Oppure se bisognerebbe mollare tutto per provarci e basta. E se del caso per fallire. 

Qualcuna di voi ha capito cosa intendo? Ha provato? e come è andata?

2 commenti:

  1. Ogni giorno io penso che vorrei mollare tutto e trasferirmi con la mia famiglia all'estero.. aprire magari un ristorante italiano a conduzione famigliare... ma la paura di fallire è tanta... ma il fallimento subito è direttamente proporzionale al futuro successo???

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    1. Spero proprio di si' visto che ci sto pensando... A mollare tutto e andare via. Di nuovo.

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commenti biscottosi...