Me lo ricordo bene: eravamo tutti seduti sul prato di un campeggio estivo, circa, beh, che importa. Si tratta di molti anni fa.
Era agosto e noi, 10 nazionalità diverse su un metro quadro di coperta, non vedevamo l'ora di dare il via alla nostra avventura americana. Un anno in un liceo made in USA con una famiglia, non solo autoctona, ma che non conoscevamo affatto. Mai sentiti manco per telefono (fisso che c'era solo quello, ok, sì si tratta di molti anni fa...).
E noi eravamo lì per un corso propedeutico a questa nuova radicale esperienza di vita.
Mi è restata impressa in mente solo la primissima frase dell'istruttrice nella sessione dedicata ai consigli per adattarsi ad una nuova vita in un altro Paese: "there is no right or wrong, it is just different".
Il resto che disse dopo è un'eco confusa nella mia testa. Come succede quando una sola frase ti ha reso talmente bene il concetto, che tutto il resto è superfluo.
Io questo consiglio di apertura verso il prossimo, di accettazione senza giudizio me lo sono portato dietro, come un portafortuna da cui non ti separi mai.
è stato il mio grimaldello per entrare a far parte di una nuova comunità in quell'anno e assaporare tutto ciò che quella esperienza poteva offrimi.
è il mio approccio nel rapporto con gli altri, con gli amici come con le persone che conosco per la prima volta.
e lo sto 'riciclando' anche ora, a trent'anni, qui a Bruxelles.
Sono fermamente convinta che molto spesso nella vita si passi tanto tempo, e si lascino andare molte occasioni, perché siamo spinti a dare un giudizio di primo acchito. A guardare ciò che è distante da noi accigliati e riluttanti, semplicemente perché non ci riconosciamo in esso. Allo stesso tempo siamo istintivamente rapiti da tutto quello che è familiare, non pensando che nel nuovo e diverso c'è sempre un'opportunità, per arricchire noi stessi, per trovare nuovi interessi, nuove sensazioni, nuovi punti di vista.
Quanto è interessante ciò che è differente da quello a cui siamo abituati? Molto. E per di più ci chiede proprio poco. Non giudicare, ma accogliere, scrutare, scoprire.
Belle parole, ottimo consiglio...devo farlo mio, io vivo d'ansia di fronte alle cose nuove.
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