Cookie sta crescendo molto rapidamente, e più diventa grande e più mi mette di fronte ai miei limiti, costringendomi a farci i conti.
Tipo, io sono sempre stata una bimba piuttosto timida. Di quelle che non noti subito, con cui non fai amicizia immediatamente, perché ti appare scostante, non interessata a fare amicizia. E che quando si avvicina è capace di un'entrata piuttosto maldestra. Tipo che 8 volte su 10 dicevo una cosa sbagliata, di quelle che fa sgranare gli occhi e dire "ookeey" e provocare l'immediata reazione di passarmi oltre con lo sguardo.
Insomma, sono sempre stata un vero disastro, goffa, insicura. Inoltre se consideriamo che a 10 anni avevo anche 10 kili in più, capite che la situazione era abbastanza drammatica.
Poi quella parte di me coraggiosa e determinata mi ha consentito di lanciarmi in esperienze che mi hanno aiutato molto ad aprirmi, a imparare ad approcciare gli altri. Perché è dopo l'approccio che mantengo lo sguardo di chi mi incontra per la prima volta, perché ho capito che anche io ho un mondo dentro che vale la pena conoscere, e far conoscere alle persone che mi piacciono.
Ben inteso, sono ancora molto timida e ci penso sempre venti volte prima di fare il primo passo, ma ho anche imparato che le cose - e le persone - più belle della mia vita mi sono capitate proprio quando mi sono lanciata senza indugi. Insomma, ora valuto quando forzarmi e mi critico quando non lo faccio, perché la natura quella è.
Ecco, io Cookie lo vedo molto simile a me. Quando arriva qualcuno di nuovo, si nasconde sempre tra le mie gambe e osserva con curiosità. La stessa attenzione che io riservo a chi mi piacerebbe conoscere, ma poi per timidezza rimango in disparte. Con la sola, ma importante, differenza che lui cerca in me quella sicurezza necessaria per avvicinarsi all'altro, per sapere che va bene lanciarsi, farsi conoscere.
Tutti i pomeriggi, che il tempo brussellese permette, porto Cookie al parco vicino casa, che è sempre pieno di mamme con i loro bimbi. Devo dire che il più delle volte è il nanetto a catalizzare l'attenzione con i suoi giochetti, la sua palla. Che non importa se di nazionalità diverse, la palla è un linguaggio universale. E in pochi secondi ci troviamo intorno almeno 3 bimbi e i loro genitori, generalmente molto desiderosi di scambiare qualche parola.
Ultimamente, sarà anche il periodo ancora vacanziero, i bimbi sono molti di meno e spesso già raggruppati in piccole comunità monolingue.
L'altro giorno Cookie era attratto da un gruppetto di bimbi tedeschi, con mamme tedesche al seguito, assolutamente capaci di esprimersi in inglese, ma altrettanto davvero poco intenzionate a farlo. Situazione che per una timida come me è il peggio che possa capitare.
Però lo vedevo lì, tra le mie gambe tutto incuriosito da quei bimbi sdraiati sulle coperte a giocare, e allora con una scusa mi sono avvicinata, trascinandomi il nanetto intimorito che si faceva sempre più spazio tra le mie ginocchia. E ho cominciato a parlare (ricevendo poco feedback devo dire) e lui piano piano è uscito da quel nascondiglio.
Poi ho fatto quello che vorrei qualcuno facesse con me delle volte: ho appoggiato il palmo della mia mano lungo la sua schiena e gli ho dato una piccola spinta in avanti. E lui ha sorriso e si è lanciato sul tappeto a giocare con gli altri bimbi, che si sono dimostrati molto contenti.
Le mamme, meno, continuavano a parlare a me e Cookie in tedesco... poi qualcuna si è sciolta e ci ha preso in simpatia.
Probabilmente a molte di voi tutto questo sembrerà assurdo, ma per me è stato motivo di grande orgoglio, perché sto cercando di fare quello che mi ero riproposta: crescere un bimbo più sicuro e sereno nei rapporti con gli altri di quanto lo sono stata io. Proprio come avrei voluto fare con la me bimba.
E voi, quali sono le sfide personali che vi impone crescere ed educare un bimbo?
P.S. a proposito di vita da expat, con molto ritardo ma con moltissima gratitudine, vi segnalo la mia intervista come expatblog del mese di Agosto http://www.expat-blog.com/it/ blog-del-mese.html. Grazie Francesca!!
che tenerezza. La mia sfida è a crescere la mia bimba senza aver paura del giudizio, che va bene essere spigliati estroversi, ma che non bisogna fare di tutto per farsi accettare. E se qualcuno non lo fa non è un problema. E anch'io sono mossa dal tuo stesso istinto. Anch'io rivedo in lei tanto me. E già immagino i suoi futuri problemi. bella intervista.
RispondiEliminami piace questo proposito, anche perché quando vivi altrove è molto complicato. Sono contenta che l'intervista sia piaciuta!!!!
EliminaIo vorrei insegnare a Miciomao a contenere la rabbia, in quei momenti si fanno solo danni e si dicono cose che non si dovrebbero dire...Parlo x esperienza.
RispondiEliminaQuesto è il mio proposito in questo periodo....
contenere o canalizzare nel modo giusto? Questo è quello che mi chiedo sempre. La rabbia è una brutta bestia, soprattutto se repressa, te lo dice una che in passato la conteneva troppo...
Eliminache belle le sfide che fanno crescere mamme e piccini
RispondiEliminahai ragione, fanno crescere entrambi... prima o poi mi doveva succedere, di crescere dico...
EliminaLa mia sfida e' uguale alla tua, non sono diffidente ( come molti dicono) ma sono timida, mi sciolgo dopo, molto dopo a volte troppo dopo, e non voglio influenzare di questo mio figlio. Tra poco inizieremo la materna e per me, che l'asilo per i motivi di cui sopra, e' stato una tragedia, e' fonte di preoccupazione. Spero di riuscire a dargli tutti gli strumenti per affrontare il nuovo e per entrare in un gruppo senza traumi.
RispondiEliminaio cerco di buttarmi di più... per dirti, sai il gruppetto di tedescone di cui sopra... mi hanno cercata loro poi... forse bisogna buttarsi di più, tanto se hai paura di rimanerci male, non sarà né la prima né l'ultima volta, no?
EliminaMi riconosco molto nelle tue parole.... Anche io quando ero piccola e vedevo dei bimbi giocare non trovavo mai il coraggio di inserirmi....
RispondiEliminaSpesso arrivava mamma a lanciarmi nella mischia
Hai poi apprezzato che lo facesse? dico di lanciarti nella mischia...
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