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giovedì 13 giugno 2013

volevo dirvi altro

Eh, sì stavo preparando un altro post. Sulla mia ricerca del lavoro, così per rendervi partecipi di questa che sembra una strada tortuosa e complicata, ma che percorro a testa alta, perché è una mia scelta, quella di mettermi in gioco.

Ma stasera sono proprio distrutta e quel post non ce la faccio a finirlo. Sono stanca perché privata del sonno da Cookie che oltretutto è a casa tutto il giorno a causa di una lieve bronchite. E quando è qui, è tutto un agitarsi, giocare, frignare, inventare intrattenimenti e cercare di non perdere la pazienza. 

In più abbiamo 4 aerosol al dì da fare, i lavaggi per l'eritema che gli è venuto non so ancora come e le relative lotte per cambiarlo. In più sono sola, che il Papà è molto impegnato proprio in questi giorni (poveraccio anche lui senza ore di sonno su cui fare affidamento!). 

Ecco io quando ci sono questi giorni, mi deprimo molto. Mi sento inadeguata nell'occuparmi di un bimbo tutto il giorno. Ora l'ho detto. Peggio, mi manca andare al lavoro, scappare via da tutte quelle lagne, da quell'energia che non so canalizzare in un gioco per più di 5 minuti. 

Mi sento molto in colpa a pensarla così, perché Cookie è davvero tutto per me e mi piace passare del tempo con lui. Solo che non tutto il tempo. 

Lo so, vi sembrerò egoista e superficiale, ma io proprio non ce la faccio a dimenticarmi di me stessa. A non avere del tempo per me. A non avere le mani in pasta in qualcosa che sia solo mio. Come il lavoro, che momentaneamente è stato rimpiazzato quotidianamente da un corso intensivo di francese, un appuntamento sportivo, incontri, ricerca del lavoro a bestia (!!) e cura, seppur basica, della casa.

Io ho bisogno di dedicarmi a tante cose, perché è da queste che poi prendo l'energia, la voglia e il desiderio di dedicare il pomeriggio a mio figlio, ai suoi giochi e ai suoi capricci.

Non so se vi sentite come me, io spero di sì, soprattutto per sentirmi meno in colpa.

13 commenti:

  1. Presente!!! Ci sono anch'io nella lista delle mamme che vogliono ancora sentirsi un essere umano a se e non un estensione dei figli....credo che questa voglia, questo sbattere le ali, sia anche utile, per far di noi persone, non dico migliori, ma di sicuro più serene e positive. Capaci di stare con loro nel modo in cui chiedono, piene di quel l'energia che viene dall'esterno. No, non sentirti in colpa per questo, e' una sacrosanta necessità ed alla fine ce l'abbiamo tutte!!!

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  2. Anche io sono come te, andare a lavorare, o a yoga, ha fatto di me una mamma migliore, con tanto da dare e da ricevere :)

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  3. vuol dire che sei una persona normale, non sentirti in colpa. Tutti hanno bisogno di spazi per ricaricarsi e tornare a dare di più!

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  4. La penso esattamente come te! Da quando siamo andati a vivere in Kuwait ho dovuto mollare il lavoro e diventare una mamma h24. Ma che fatica! Non ti parlo di fatica fisica ma fatica mentale, si perchè fare la mamma e occuparsi della casa e di altre faccende spesso ti annienta, ti distrugge e ti deprime. Ma piano piano ho cercato di crearmi il mio giro di amicizie, di coltivare le mie passioni e ho deciso di reinventarmi. Qualche mese fa ho deciso di rimettermi in gioco e di cercarmi un lavoro, giusto per avere un qualcosa di tutto mio da fare; qualcosa che non fosse legato ai miei figli. Insomma, da settembre lavorerò in una nursery come assistente alla maestra, si tratta di un lavoretto semplice e poco impegnativo ma che mi permetterà di recuperare la mia indipendenza e la mia persona e di non essere solo mamma.

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  5. Io per mia scelta non lavoro: ho dato due anni a bea e ne voglio dare altrettanti ad alice. Inoltre per come funziona la nostra famiglia, con 1 papa' via 2-3 settimane al mese, nonni lontani, noi stesse spesso in viaggio, in questa prima fase ho deciso che non essendo finanziariamente fondamentale che io avessi un lavoro ocn stipendio, mi sono presa il lavoro di essere il perno della famiglia: tutti vanno e vengono (persone, case, posti), io sono l'unica cosa che c'e' sempre. E' una fatica fisica ed e' anche una fatica mentale: la prima la soffro tuttora perche' la mia maggiore (che ha 33 mesi) ha ancora il sonno difficile e certamente quando sono sola 7 giorni e 7 notti di fila non e' uno scherzo non poter mai dire stop, fatemi scendere. Ma la maggiore cosa era la fatica mentale, che in gran parte ho superato quando e' nata la seconda 10 mesi fa. Lei era piu' tranquilla, io sapevo gia' come fare la mamma: da madre sempre vagamente schizzata mi sono ritrovata zen come mai nella vita. Perche' per sopravvivere da sola tutto il tempo con due in contemporanea, ho dovuto per forza fare quello che tutte le mamme francesi che mi circondavano facevano con i loro figli (spesso 3 nati nel giro di 6 anni): selezionare. Non devi dire di no a tutto, di di no solo a quello che e' importante. Alcune cose si imparano col tempo, meglio chiudere tutti i cassetti con i blocchi, usare un recinto per impedire l'acceso ai cd, chiudere a chiave le porte, piuttosto che passare la vita a sgolarsi e rimettere a posto. Non vuole mangiare? Non insistere, avra' piu' fame per cena. E cosi' via...non e' menefreghismo, e' semplicemente individuare quello che per te e' importante e usare le energie solo per quello, per il resto lasciarlo libero di fare, scoprire. E soprattutto di imparare a giocare da solo: giocare con la mamma e' bello ma non deve essere il modo di ricattarla. Annoiarsi aguzza la creativita': lasciagli una scatola piena di cose non pericolose (tagliente, pezzettini piccoli etc) a disposizione, senza dirgli nulla..le anime di cartone di scottex e carta igienica, le cannucce colorate e mille altre stupidaggini possono far si che un bambino si intrattenga da solo molto a lungo. Non ti scoraggiare al piro giorno, e' un allentamento, si passa dai cinque minuti alle mezzore alle tre ore di fila.
    Non devi fare bene tutto, solo quello che secondo te e' essenziale. Insomma, non importa che tu lavori, studi o sia "casalinga", il tempo per rimanere sani di mente serve a tutte le madri in ugual misura, e' normale averne bisogno e non c'e' da sentirsi in colpa o pensare che chi passa piu' tempo coi figli non ne ha bisogno: semplicemente ha escogitato il sistema per prenderselo.
    Coraggio!

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  6. Grazie veramente a tutte per il sostegno e la comprensione!
    @Valentina nel tuo commento ci sono tanti spunti utili!

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  7. Ti capisco benissimo! È non devi sentirsi in colpa è normalissimo...

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  8. Sentirti in colpa?? Guarda che sei normale tranquilla ;)
    Un abbraccio grande

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  9. Anch'io come Valentina ho fatto la scelta di lasciare il lavoro per seguire mio marito all'estero e dedicarmi alla famiglia. Come ha detto benissimo lei, quando si è expat ed il marito ha un lavoro molto impegnativo, la mamma finisce per essere l'unico punto fermo. Negli ultimi 6 anni abbiamo cambiato casa, città, nazione per 5 volte e francamente non me la sono sentita di togliere ai miei figli anche la presenza della loro mamma perché è inevitabile che tanti cambiamenti li destabilizzino. Non so se anche perché sono maschi, ma i miei due figli da tutto ciò hanno sviluppato un attaccamento a me molto forte. Il grande ha avuto molte difficoltà quando a 2 anni ha iniziato il nido e non è mai stato possibile lasciarlo ad una baby sitter perché è difficile godersi una serata quando esci fra urla e pianti disperati. Anche abituarlo a stare un po' con i nonni ha voluto dire fatica per me per forzarlo, dispiacere per i nonni che non desideravano altro e traumi per lui. Quando finalmente è andato all'asilo sereno ho potuto riavere un po' di tempo per me e ho respirato. Quando è nato il secondo di nuovo mi sono annientata. La gelosia fortissima del fratello, i nonni lontani, il marito via dal lunedì al venerdì, i continui risvegli notturni. Poi un nuovo trasferimento in Thailandia pieno di difficoltà anche serie. Ora il piccolo ha 19 mesi e io attendo con ansia che abbia 2 anni perché qui il nido non accetta bimbi più piccoli. Sono consapevole di essere stata fortunata a godermi ogni attimo della loro infanzia perché questi momenti non tornano più, ma quanta fatica psicologica. Non mi pesa svegliarmi ancora 2/3 volte per notte perché il piccolo ha il sonno disturbato, ma quanto mi manca stare un po' da sola. Quanto mi manca non poter andare ad un cinema, non fare una telefonata con calma, non rilassare la mente mai, venire sempre dopo le loro esigenze. Oggi sono reduce da due giorni con anche il grande a casa per un'influenza e sono psicologicamente molto provata. Lui mi dà ancora più da fare del piccolo e convive con una gelosia dirompente che rende ogni minuto tutti e tre insieme una lotta continua. Il piccolo invece da qualche tempo si esprime solo gridando e non accetta alcuna restrizione alla sua libertà. Credo che in questa fase non possa capire molto e l'unica cosa sia dirgli cosa non si fa anche se sembrano parole al vento.. Per fortuna sono di natura molto equilibrata altrimenti impazzirei! Scusa lo sfogo!!

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    1. ma quali scuse, questo è il posto in cui sfogarsi, ho iniziato io per prima. Perché sarà pure bello goderseli, ma ti succhiano tutto, le forze, la testa, il cuore. E mica è facile, ohi, guarda che è un lavoro. Io alcuni giorni sono molto più stanca di quando andavo a lavorare. Ma molto di più.
      Comunque ti do una buona notizia: 19 mesi è molto vicino a 24, ti basta superare l'estate e ci sei. Nel frattempo vieni a sfogarti quando vuoi!

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  10. Guarda che fai parte di un club ben nutrito di mamme che non vivono nel Mulino Bianco ma in una casa normale, con scleri quotidiani e stanchezza! Sono appena tornata da 3 gg ad Amsterdam, io e mio marito soli senza il pupo, durante i quali ho alternato momenti di ansia (oddio, l'ho abbandonato per andare in vacanza) a ore di euforia (lussi sfrenati tipo impiegare 23 minuti per sorseggiare un cappuccino oppure leggere una rivista intera... intera!!!!!). Ma avevamo davvero bisogno di un attimo di tregua, e di dormire una notte intera, e di ricordarci che siamo persone oltre che genitori.
    Anche a me a volte "prende male", vedo quelle mamme meravigliose che riescono a fare un sacco di cose con e per i loro bimbi mentre mio figlio dopo 5 minuti si scoccia e ha voglia di cambiare gioco. E penso che forse si stufa perché non sono in gamba io. Insomma, mille dubbi, un milione di sensi di colpa, zero risposte ai cento punti di domanda. Amo mio figlio ma non vivo per lui. Però proprio perché tutti questi sacrifici mi pesano e li faccio comunque, forse vuol dire che lo amo davvero senza limiti.

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    1. beh una cosa è vera: li amiamo veramente senza limiti, altrimenti non si spiega...

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  11. NOn sentirti in colpa (anche se so che è difficile non farlo), non sentirti inadeguata. Sei NORMALE! E' normale quello che provi, almeno lo è per me e un mucchio di altre mamme.
    Voler coltivare tanti interessi, voler lavorare fuori casa...sono stimoli e ricchezze che un giorno, trasmetterai a tuo figlio. Tieni duro e sappi che non sei sola!

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