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martedì 31 luglio 2012

Io amo il Pediatra. Per ora.


Io allatto Cookie. E penso di essere fortunata, perché insieme alla quarta di reggiseno c’è anche una latteria. Ben fornita, visto che – secondo il parere del pediatra – mette a disposizione di Cookie circa 900ml di latte al giorno, permettendogli di raggiungere il peso piuma di 7,5 Kg ad appena 4 mesi.

Sicuramente è una mano santa per il piccolo che crescerà forte e sano. Per le nostre finanze, visto che è gratis. Per la nostra organizzazione familiare, che non dobbiamo andare in giro con biberon, scalda biberon, latte artificiale e thermos.

Tutto bello insomma. Anzi, no. Almeno per me fino a qualche giorno fa.

Cookie nelle ultime settimane era diventato insopportabile. Un incubo.

Non dormiva più. Si addormentava per 10 min e poi si svegliava di colpo piangendo oppure tossendo.

E poi aveva sempre fame. A volte ogni 2 ore. Che tradotto in orario di allattamento vuol dire quasi di continuo, visto che il tempo si conta da quando inizia la poppata e lui beve per circa 40 min.

Era stressato e io peggio di lui. 

Distrutta, con i capelli che avevano cominciato a cadere ferocemente. Vi dico solo che la ragazza che mi ha fatto lo shampoo dal mio parrucchiere si era fatta prendere un colpo pensando di aver messo male il prodotto. Quasi rasserenata appena le ho raccontato che stavo allattando.

Ho anche pensato di finirla con l’allattamento al seno. Quando è troppo è troppo. A proposito – piccola digressione – domenica una nonnina sulla spiaggia mi ha attaccato un pipp..ehm, mi ha raccontato che sua nuora ad un mese di vita della bimba si è tolta il latte con la pillola perché voleva essere libera di uscire con le amiche quando le pareva. Ora, cara nonnina mia, siamo sicuri che sia andata proprio così? Non è che era un po’ distrutta tua nuora? Baby blues magari? Depressione post parto questa sconosciuta. E comunque ci ho pensato anche io come vi dicevo.

Finché non ho rivisto Lui. Con quegli occhi gentili e lo sguardo severo ogni volta che faccio una domanda. Lui che non ti guarda in faccia mentre ti fa il piacere di rispondere.

Lui che però guarda mio figlio e cambia espressione. Sorride, gioca e lo bacia. Che Cookie è un bimbo coinvolgente, simpatico. E non puoi resistergli, anche se non sei la Mamma o il Papà.

Lui a cui mi sono rivolta un po’ rassegnata al mio destino di mamma disperata.

Ha visitato Cookie. E ha proferito: “questo bimbo mangia troppo o troppo spesso e ha tutta la gola intasata di latte. Per questo non dorme. Se fa come le dico, la vita le cambierà, ma ci vuole impegno. Molto. Deve allungare il tempo tra le poppate ad almeno 4 ore. Ci vuole, ormai il bimbo ha 4 mesi e pesa abbastanza.”

Dentro di me ho pensato “non ce la farò mai” e “ma se ci riesco guadagno tempo per me e per la mia salute mentale”. Ad alta voce ha aggiunto il Papà “Tranquilla, ti aiuto io stasera. Tiriamo per 4 ore a qualunque costo”.

E così abbiamo fatto. Non è bastata una sera. Ci sono voluti 3 giorni.

3 giorni di pianti, strilla, tenacia, inventiva, (che ho tentato di tutto, anche a mettermi davanti allo specchio del bagno con Cookie in braccio a fare cuccù-settete). 


Ma ho vinto io.

Cookie ora mangia meglio. Dorme di più. Io ho guadagnato 2 ore per me.
2 ore che sto spendendo a raccontarvelo, perché là fuori c’è qualcuna disperata come ero io. Ne sono certa. 

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