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martedì 7 maggio 2013

come a casa

La casa di mio padre, Nonno A, è quella più in cima alla collina di Paese Natio (qui e qui). Costruita dai trisnonni con la facciata posteriore che poggia letteralmente sulla montagna di pietra, tanto che dalla finestra potresti tranquillamente arrampicarti su per quelle 'alture a terrazza', tipiche del nostro meridione. 

Dalla finestra del secondo piano, di quella che oggi è la stanza mia e del Papà, che affaccia sul lato anteriore, invece, puoi ammirare l'intero Paese. Visuale parzialmente offuscata da un bellissimo Ippocastano. Sì, proprio quella pianta con le fronde maestose, i fiori a grappolo rigirato che individualmente sembrano tanti piccoli bocche di leone.

Ecco, quest'albero per me da piccola è stato una grande delusione. Dovete sapere che io adoro le castagne, quelle cotte nel camino, da sbucciare e mangiare caldissime. Mio padre le fa sempre. Beh, io ero convinta che Nonno A prendesse le castagne da questo bellissimo albero che avevamo nel giardino.
D'altronde l'inganno ci poteva stare, i frutti sono identici, peccato che uno sia commestibile, l'altro assolutamente no. Quando mi hanno fatto capire che quell'albero era null'altro che una brutta copia del castano ci sono rimasta talmente male da pretendere che mio padre lo buttasse giù e al suo posto piantasse un castagno vero.

Fortunatamente l'ippocastano è ancora lì. Fortunatamente perché è un albero, magari infruttuoso letteralmente, ma dalle innumerevoli virtù, la più grande quando d'estate ti ripara dal caldo e con quelle foglie abbastanza grandi ma leggere crea un leggero venticello che ti accarezza la pelle e ti accompagna nel pisolo pomeridiano. Con il tempo ci siamo innamorati, io e questa pianta maestosa. Mi sono particolarmente innamorata dei suoi fiori che trovo straordinari.

Oggi per me l'ippocastano ha il sapore di casa, di infanzia, di ricordi, soprattutto legati alla mia infanzia. Ricordi legati alla mia casa bianca che appoggia le spalle sulla montagna, come una signora stanca ma satolla e brillante. 

Quando sono arrivata a Bruxelles era pieno inverno, gli alberi erano spogli. In verità Le temperature primaverili sono arrivate da poco (shhhhshhsh, non lo diciamo troppo forte va, dovessero venire a riprendersele). 
Solo qualche giorno fa l'albero che abbiamo di fronte alla nostra terrazza ha cominciato a fiorire.
Ecco cosa ho visto.


Un ippocastano. 

Grazie Bruxelles, deve esserci qualcosa di 'familiare' in te.

P.S. Voglio ringraziare Alessandra della bellissima intervista che mi ha dedicato e che trovate qui. Visitate il suo blog perché è veramente ben fatto.

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