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mercoledì 12 settembre 2012

#Part-time o #Just-time?

Ieri, in tarda serata, su twitter abbiamo intavolato una piccola discussione - molto interessante - prendendo spunto da questo post di MammeAcrobate dal titolo "meglio lavorare Full time o Part time?".  

E mi sono ricordata che io questo tema me lo ero appuntato in una bozza di post tanto tempo fa (Cookie ancora doveva nascere, pensate un po'), dopo aver letto sulla 27ora del corriere della sera questo post. Il contenuto è ben riassunto nel suo titolo "le mamme che non prendono il part-time sono egoiste?"

A me questo discorso del Part-time come panacea del male "mamma-lavoratrice" fa rabbrividire. Che, parliamoci chiaro, in Italia il part-time mica è considerato un lavoro vero. Fosse così già sarebbe diverso. Piuttosto rappresenta una punizione (per la lavoratrice) oppure un passatempo-della-mamma-che-non-sa-che-fare-quando-i-figli-sono-a-scuola (per il datore di lavoro). Una mamma che decide di percorrere questa strada rinuncia di botta alle proprie prospettive di carriera (anche minime) e diventa un peso -ingombrante -  per il datore di lavoro. Davvero è questa l'unica alternativa per una mamma?

E che succede se il mio lavoro, guarda un po', mi piace. Se è una passione più che un lavoro, a cui ho dato tanto, a cui non voglio rinunciare, perché rinunciare o 'ridimensionare' significherebbe rinunciare anche ad una parte di me.

Possibile che se voglio mantenerlo il lavoro, devo arrendermi al fatto di stare via da casa tante ore, guardando mio figlio tirato su dalla tata di turno (che si prende pure una buona fetta del mio sudato stipendio) e godendomelo solo il fine settimana, tra le dodicimila cose da fare in quelle 48 ore che poi in settimana di tempo non ce ne è. 

Io una soluzione ce l'avrei, racchiusa in una parolina, tanto cara al gergo sportivo, tanto odiata dai datori di lavoro: Flessibilità. Sentite come suona bene f-l-e-s-s-i-b-i-l-i-t-à. Che non vuol dire per il lavoratore "faccio un po' quello che mi pare" e per il datore di lavoro "ti pago quando voglio io". No, assolutamente. 

Si tratta di dare a tutti (madri, padri, single - che tutti abbiamo le nostre esigenze) la possibilità (libertà?) di gestire il proprio lavoro rispettando l'obiettivo e le scadenze. Esemplificando: se un giorno abbiamo meno lavoro di un altro, perché non uscire prima per dedicare del tempo alla famiglia. Ciò sapendo che magari il giorno dopo dobbiamo fermarci a lavoro più a lungo perché c'è quella scadenza da finire. Oppure, se si lavora ad un progetto che richiederà qualche giorno, perché non decidere di uscire comunque presto, portandosi il lavoro a casa per finirlo una volta che il bimbo sarà a letto. Se la mattina presto c'è una videoconferenza, una teleconferenza o semplicemente una riunione fisica che può essere facilmente tradotta in una della due forme sopradette, non sarebbe bello farla da casa. E poi andare a lavoro dopo aver accompagnato, con calma, i figli a scuola o al nido e, magari, dopo aver fatto una colazione tranquilla con tuo marito.

Francamente mettere questa parolina nel mio lavoro mi consentirebbe di essere molto più serena nella vita familiare. E magari, perché no, mi consentirebbe di insegnare a mio figlio che una donna può essere madre senza rinunciare al proprio lavoro, alle proprie passioni, in modo tale che lui, un giorno lavoratore e padre, passerà lo stesso messaggio alle sue colleghe e a sua moglie. 

E voi, che proponete? Siete riuscite a trovare un antidoto a questo 'problema' (????) della mamma lavoratrice? E se avete scelto il part-time come vi trovate?



11 commenti:

  1. il mio sogno: la flessibilità - a dire la verità anche il part time non mi dispiacerebbe. perchè parliamoci chiaro, noi mamme abbiamo le priorità, a casa come sul lavoro, sempre belle stampate in testa e siamo capaci di lavorare al 100% e oltre l'orario consueto perché un evento funzioni bene, ma poi, cari datori di lavoro, non lasciateci i giorni a scaldare le seggioline che quello ci dà proprio sui nervi!!!

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    1. bene detto, ma non confonderei qualche datore in ascolto: la flessibilità non equivale a part time... che non si sa mai...

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  2. Io ho scelto il part time (30 ore settimanali) perchè non avevo tante alternative. Quindi non so se posso chiamarla scelta. In ogni caso mi posso godere il pargolo e ne sono molto felice. Però non sono vista come una vera lavoratrice. Non posso pretendere un aumento come una vera lavoratrice. Non posso chiedere troppi permessi perchè mi sento dire: eh no tu sei già part time. A me la flessibilità è richiesta. Spessissimo mi ritrovo a fare altri orari e a lavorare nei week end. Però non mi è data. Perchè si parla spesso di flessibilità ma non è mai nei due sensi.

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    1. trovo proprio assurdo che un part time venga vissuto come chissà quale concessione, quando, guarda un po', visto che lavoro meno, guadagno anche meno. Semmai è una scelta che è sta accordata, ma finisce lì. Che poi trattare una donna in part time non come una vera lavoratrice incide non poco sul lavoro che farà. Come si fa a non capirlo, mahh

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  3. Questo post avrei potuto scriverlo io!!

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    1. è bello sapere che non sono la sola a chiedere una maggiore elasticità avendo sempre ben chiare le responsabilità di lavoratrice e di mamma!

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  4. Grosso dilemma! Sono appena tornata dalla maternità... Mio figlio ha 8 mesi e ho preferito rientrare adesso facendo 3 ore sl giorno invece di rientrare tra 2 mesi e subito a 6 (per l'allattamento). Il mio datore di lavoro ha un'estrema disponibilità e propensione alla flessibilità e infatti io a volte rispondo a mail sul telefonino mentre allatto o sono sul lettone accanto a mio figlio che dorme.

    La flessibilità è l'unica posdibilità di sopravvivere in uno mondo in cui il lavoro sta 'risucchiando' le nostre vite. Ma non è che qualcosa sta saltando? Il tempo dedicato alla famiglia non aumenta la produttività? Quando le famiglie su separano o i figli hanno problemi grossi non è anche il lavoro che ne fa le spese? E soprattutto la società!!!

    Perchè non mettere invece l'accento sul valore della persona umana nella sua complessità e sull'importanza delle relazioni per uno sviluppo sano della società?

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    1. non potrei essere più d'accordo. Fare le equilibriste ad ogni costo (che poi non tutte ci riusciamo) è deleterio per la famiglia, il lavoro, e la donna (che avrei anche diritto a curare noi stesse, no???).

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  5. Il mio datore di lavoro mi ha concesso il minimo garantito dalla legge e mi ha detto che in tempo di crisi sono già fortunata ad avere un lavoro. Flessi-che? Part-cosa? Io lavoro nella sanità, ci han già mangiato in troppi perchè oggi si possa pensare di avere qualche piccolo diritto come mamma..

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    1. Assurdo ed hai tutta la mia comprensione. Sono una libera professionista che di libero non ha nulla, ma ci prvo a pensare ad una alternativa...

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  6. Io sto ancora godendo dei benefici dell'allattamento.. ancora per un mese. E poi tornerò a lavorare 8 ore al giorno. Sono riuscita a farmi ridurre la pausa pranzo di un'ora per poter uscire dall'ufficio alle 18.. Al solo pensiero mi vien male, ma non ho alternative.. Economicamente parlando non posso permettermi un part-time perciò me la farò andare bene così.
    Io sono un'accanita sostenitrice del lavoro da casa.. che con i mezzi che abbiamo oggi si potrebbe mettere in pratica schioccando le dita.. ma chissà quando ci evolveremo in questo senso.. Forse quando mia figlia farà il suo ingresso nel mondo del lavoro..

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