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Visualizzazione post con etichetta La Bruxelles che amo. Mostra tutti i post
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lunedì 28 ottobre 2013

Cose che mi fanno sorridere di BXL n.2

Ecco io un vento così forte non l'ho visto nemmeno in quel degli Stati Uniti. 

Eh, sì che ho vissuto negli Stati federali più sfigati soggetti a fenomeni metereologici cosiderati ad alto potere distruttivo. Insomma tornadi e compagnia bella. 

Che voi lo sapete come è il cielo prima di un tornado? No? Io, sì, Viola. Il cielo è di un viola da far paura, che mi è sempre rimasto il dubbio che quel colore io ce lo avessi negli occhi. E le sirene nelle orecchie. Ma d'altronde se la famiglia con cui vivi ti dice che quella casa l'hanno dovuta ricostruire da zero proprio a causa di un simpatico vortice dalla potenza inaudita, ecco, vedere tutto viola mi sembra il minimo.

Comunque, oggi, con un cielo azzurro, dall'apparenza assolutamente innocua, si è alzato un vento fortissimo. Un vento in grado di spostare cose, ma non case. Nuvole, di spostare nuvole. Nel giro di tre ore abbiamo avuto, nell'ordine, sole come a Roma ora (v. ottobrate romane), pioggia fortissima, quasi tropicale. A secchiate veniva giù, che io lo so bene che sono, ovviamente, uscita per fare una spesa veloce proprio in quel momento. Eh, il sole mi aveva tratto in inganno. 
Poco dopo aver varcato la soglia di casa, di nuovo sole, accompagnato da un soffio che assomigliava più ad un gigantesco phon. Di aria umida.

A me è sembrato che questo vento fosse in grado di portarsi dietro la mia Roma, quel torrenti di acqua di quel pomeriggio in Messico, quella mattina limpida e soleggiata in montagna con l'aria pulita pulita, e quella giornata di pioggia fitta fitta su quell'isola di cui non ricordo il nome, ma il suo profumo sì, di vaniglia.  

E io sono qui, in attesa della neve a questo punto. Che dicono che da domani farà freddo. Non abbastanza per la neve, certo, ma mi fa sorridere che questo vento, così serio ed impetuoso, alla fine dei conti stia portando l'inverno. Che come sapete io amo alla follia.

E aspetto che arrivi, guardando dalla finestra, e sperando che questo vento abbia il tempo di portarsi via questa influenza che mi ha assalito nei giorni scorsi. E che sembra non volermi abbandonare del tutto. 

venerdì 11 ottobre 2013

cose che mi strappano un sorriso a BXL n. 1

Voi ce le avete presenti quelle donne mediorientali dai tratti del viso molto marcati e quegli occhi neri neri e profondi che sembrano raccogliere tutto il mare del mondo?

Quelle che per religione musulmana hanno il capo coperto dal velo. Che se Bruxelles la guardassimo dall'alto potremmo vedere le strade popolate da tante testoline colorate. Che questo velo ha la stessa funzione estetica di un bel cappello da signora, alla fine dei conti.

Ecco, io ho scoperto che queste donne sono state in grado di attribuirgli anche una funzione pratica del tutto innovativa. E molto più stilish degli auricolari che, per quanto colorati e di svariate misure, riescono sempre ad avvicinare anche i look più sofisticati a una tenuta da jogging della domenica mattina al parco.

Perché loro, quando parlano al telefonino, tengono lo smartphone bloccato tra l'orecchio e il velo. 
Chiacchierano leggere, mentre continuano a camminare, dritte per la loro strada, utilizzando le mani libere per potare borse e borsette. 

Senza l'angoscia, a me ben nota, che l'auricolare sfugga dall'orecchio...  


P.S. Per chiarezza, questo post l'ho scritto per raccontare qualcosa di buffo, non certo per promuovere l'utilizzo del cellulare vicino all'orecchio, che come noto può nuocere alla salute. Sì, siamo doveresamente sottomessi all'auricolare... 

venerdì 6 settembre 2013

Abbaye de la Cambre


Sono tornata - quasi - con le mie foto degli angoli di Bruxelles che amo.

Questo l'ho scoperto da poco nonostante mi stia proprio dietro casa. Eh, già, nel mezzo della città Europea ti può capitare di imbatterti in questa bellissima abbazia con un parco strepitoso dove poter correre, rilassarsi, giocare. Ammirare. Ecco queste sono le mie foto di quando l'ho scoperta. Poche, ma sono i miei occhi con gli angoli che mi hanno colpito di più. Vi posso solo dire che mi ha lasciato senza fiato.
Per altre info, qui.  






martedì 27 agosto 2013

un post di altri

Sono giornate di rielaborazione, sistemazione, riorganizzazione. Insomma, un preliudo ad un cambiamento, ad una novità. Che per ogni cosa che si realizza, ci sono almeno due fasi: l'idea, la preparazione, la realizzazione.

Devo dire che sto lavorando su vari fronti (che poi non sono altro che alcuni dei punti sulla mia lista) e sono quindi inghiottita da quella frenesia del "ok faccio questo, ma dovrei fare anche quest'altro, e poi ci sarebbe anche questo..". E allora capisci che il tuo lavoro sarà più lungo del previsto.

E nel risistemare e cercare, ho trovato qualche link che parla della mia Bruxelles, vista dagli altri, amata (e criticata) dagli altri. Se vi va di ascoltare una voce diversa, io vi metto qui sotto i link.

http://andimabe.blogspot.com/2013/08/come-si-vive-bruxelles.html

http://www.anordestdiche.com/bruxelles-cronache-dalleurocapitale/

E un video, puta caso che Bruxelles mi diventi anche una meta stilosa (che io ce la vedo, sapete...)






martedì 7 maggio 2013

come a casa

La casa di mio padre, Nonno A, è quella più in cima alla collina di Paese Natio (qui e qui). Costruita dai trisnonni con la facciata posteriore che poggia letteralmente sulla montagna di pietra, tanto che dalla finestra potresti tranquillamente arrampicarti su per quelle 'alture a terrazza', tipiche del nostro meridione. 

Dalla finestra del secondo piano, di quella che oggi è la stanza mia e del Papà, che affaccia sul lato anteriore, invece, puoi ammirare l'intero Paese. Visuale parzialmente offuscata da un bellissimo Ippocastano. Sì, proprio quella pianta con le fronde maestose, i fiori a grappolo rigirato che individualmente sembrano tanti piccoli bocche di leone.

Ecco, quest'albero per me da piccola è stato una grande delusione. Dovete sapere che io adoro le castagne, quelle cotte nel camino, da sbucciare e mangiare caldissime. Mio padre le fa sempre. Beh, io ero convinta che Nonno A prendesse le castagne da questo bellissimo albero che avevamo nel giardino.
D'altronde l'inganno ci poteva stare, i frutti sono identici, peccato che uno sia commestibile, l'altro assolutamente no. Quando mi hanno fatto capire che quell'albero era null'altro che una brutta copia del castano ci sono rimasta talmente male da pretendere che mio padre lo buttasse giù e al suo posto piantasse un castagno vero.

Fortunatamente l'ippocastano è ancora lì. Fortunatamente perché è un albero, magari infruttuoso letteralmente, ma dalle innumerevoli virtù, la più grande quando d'estate ti ripara dal caldo e con quelle foglie abbastanza grandi ma leggere crea un leggero venticello che ti accarezza la pelle e ti accompagna nel pisolo pomeridiano. Con il tempo ci siamo innamorati, io e questa pianta maestosa. Mi sono particolarmente innamorata dei suoi fiori che trovo straordinari.

Oggi per me l'ippocastano ha il sapore di casa, di infanzia, di ricordi, soprattutto legati alla mia infanzia. Ricordi legati alla mia casa bianca che appoggia le spalle sulla montagna, come una signora stanca ma satolla e brillante. 

Quando sono arrivata a Bruxelles era pieno inverno, gli alberi erano spogli. In verità Le temperature primaverili sono arrivate da poco (shhhhshhsh, non lo diciamo troppo forte va, dovessero venire a riprendersele). 
Solo qualche giorno fa l'albero che abbiamo di fronte alla nostra terrazza ha cominciato a fiorire.
Ecco cosa ho visto.


Un ippocastano. 

Grazie Bruxelles, deve esserci qualcosa di 'familiare' in te.

P.S. Voglio ringraziare Alessandra della bellissima intervista che mi ha dedicato e che trovate qui. Visitate il suo blog perché è veramente ben fatto.

lunedì 22 aprile 2013

Le Serre Reali


Io che non sono una persona coerente, non ho il pollice verde, ma adoro i fiori. Non c’è regalo più bello ai miei occhi di un mazzo di fiori freschi. I fiorai sono dei luoghi magici e silenziosi. Le serre, un luogo in cui perdersi nel tempo.
Su consiglio di Vinz, che in verità mi ha dato più di una volta qualche ‘dritta’ sui posti che vale veramente la pena visitare (e fotografare) a Bruxelles lontano dalle consuete tappe turistiche, mi sono recata alle Serre Reali.
Un posto magico e sorprendente, che inaspettatamente ci ha portato via quasi due ore senza che ce ne accorgessimo, in un percorso interno ed esterno alla scoperta di piante e fiori da tutto il mondo. Devo dire che  la famiglia Reale è molto fortunata.
Ne sono stata talmente rapita che ho fatto un quantità di foto incredibile, e scegliere quale farvi vedere e in che ordine non è stato semplice. Alla fine ho scelto di farvene vedere molte (perdonatemi!) seguendo il percorso prestabilito, in modo tale che capiate anche quando si cambiava serra.
Spero di essere riuscita a trasmettervi almeno un po’ la magia di questo posto.
Nel frattempo, Grazie mille Vinz, a presto!

***

Well, you know, I have a black thumb. Nonetheless I love flowers. To me, there is no such gift as a bouquet of fresh flowers. Flower shops are peaceful and magic places. Greenhouses are where I can let time go.
Upon Vinz’s suggestion, who, truth to be told, always has a great tip on places to visit (and to photograph) in Brussels away from the usual touristic attractions, I visited the Royal Greenhouses.
This place is just magical and unbelievable, it takes you around for more than two hours without even noticing it, in a ‘in and out’ path surrounded by flowers from all over the World. Must say, the Royal family is very lucky to have all of that for themselves.
I fell so in love that I took hundreds of pictures, and It has been very hard to choose what I should let you see, but at the end I went for some (a lot, please forgive me!) pictures shown in the order I have seen them, so you can get what each greenhouse was about.
I really hope I was able to share some of that magic with you through these pictures.
Meanwhile, Thank you very much, Vinz, see you soon!
































venerdì 22 marzo 2013

lunch outside



Ve lo dico subito: queste foto le ho scattate qualche settimana fa, poi visto che il tempo è precipitato in tutti i sensi, non me la sono sentita di postarle. Ma ora eccole qui.

Dovete sapere che quando a Bruxelles è una bella giornata di sole - evento centellinato dall'Onnipotente con il contagocce non-si-sa-perché -  tutti impazziscono e vogliono fare una sola cosa: rilassarsi all'aperto. Ovviamente declinato secondo le proprie possibilità e orari. Anche se personalmente trovo che qui le giornate calde e assolate durante l'inverno siano talmente poche che dovrebbero costituire giorni di festa per tutti.
Comunque, la maggior parte ne approfitta per mangiare fuori a pranzo, complici i ristoratori che al primo raggio di sole tirano fuori tavoli e sedie per mille persone. E secondo me c'è un posto che vale la pena per un pranzo veloce ma all'aperto: Santa Caterina.

L'enorme piazza che accoglie chi ha voglia di prendere un po' di sole smangiucchiando qualche prelibatezza di pesce a Mer du Nord, o un'insalata nei numerosi baretti ai lati della piazza. 

Ne approfitto per segnalarvi un posto del cuore che ci piace molto, magari per una cena: La Villette, un ristorante di cucina tipica molto carino che vi invito a provare!!

Ora vi lascio alle foto, che io vorrei riuscire a godermi un po' questa giornata di sole (freddissima) prima di andare a prendere il nano al nido.

***

I am going to say it up front: these pictures were taken a few weeks ago, when the sun was shining. But then the weather conditions fell down and I thought it was unfair to post them. Anyway, here they are now.

When the sun is shining in Brussels - which is something unexplainably rare -  everybody goes crazy, all they want to do is to chill out outside, accordingly to their schedule. I personally believe that the sunny days are so rare in Brussels during winter time that they should be considered bank holidays. 
However, most of people love to eat outside taking advantage of the tables and chairs that the restaurateurs put out at the first ray of sun. 

And for me there is a place worth a lunch outside: Saint Catherine.
The square hosting anyone willing to get sun kissed while eating a fishery delicacies at Mer du Nord, or a salad in one of the several brasseries at the sides of the square. 

And I have also a personal tip for a dinner-out:  La Villette, a Belgian restaurant we love very much. If you can, try it and let me know.

Now I have to get going to enjoy this sunny (and freezing) day before picking up Cookie at the creche. 

Enjoy these pictures and let me know your impressions!














martedì 12 marzo 2013

snowy March



Ok, parliamone. Che ho taciuto pure troppo.

Oggi è il 12 marzo e Bruxelles è tutta bianca, coperta, ovattata. Insomma, piena di neve.

E il problema è che mi piace. E so che mi piace ora. Venitemelo a richiedere tra qualche anno, che non prometto la stessa risposta.

Con questo entusiasmo da prima ora, ho fatto le foto qui sotto. Camminando piano piano, in mezzo alla neve, cercando di non cadere. Fino a che un ragazzetto alto e magro non mi è frecciato davanti correndo. 
E ho pensato... qui i locali ci sono abituati. Guarda questo ragazzo come è sciolto. Chissà se anche Cookie alla sua età correrà così. Chissà se gli piacerà essere "di qui". Chissà se comprenderà mai quello che abbiamo fatto, se ce ne sarà riconoscente, o se lo darà per scontato... E ho desiderato che si avverasse la seconda. Perché non c'è niente di meglio di crescere sentendosi 'a casa'.

***

Ok, let's talk about this. I have been silent long enough.

Today, March 12th, Brussels is white, covered, cocoon-like. Hence, full of snow.

And the problem is that I actually like it. Well, I know I like it now. Come again in the next years, I might have a different opinion.

With the enthusiasm of a newcomer I shot these pictures. I took a slowly walk in the snow, trying not to fall down miserably. And then a teenager, thin and tall, just ran on my side. And I started thinking "locals, they are used to. He is so comfortable. Maybe Cookie will be like him at his age. Maybe he will like to be 'local'. I wonder if he will ever understand that we took him here. Will he be thankful or will he give it for granted?" I wished for the second one. Because I believe that there is no better chance than growing feeling at home.